Robert Faurisson
Facendo le veci dell'Università
italiana, offro a Robert Faurisson lo spazio che il rettore Mattioli
e il ministro Mussi gli hanno negato e traduco qui in italiano
un suo articolo uscito sul Journal
of Historical Review nel 1993. [Davvero : Vol. 14, n°
1, January/february 1994, pag. 23. "Jean-Claude Pressac
New Book: A Brief Response to a Widely-Acclaimed Rebuttal of Holocaust
Revisionism".]
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Robert Faurisson contro Pressac
Nel 1989 il chimico [davvaro: farmacista] francese Jean-Claude
Pressac pubblicò in lingua inglese un robusto volume ingannevolmente
intitolato Auschwitz: Tecnica e Funzionamento delle Camere
a Gas. Nella mia recensione a questo libro (pubblicata sui
numeri della primavera e dell'estate 1991 del Journal of Historical
Review) feci notare che esso conteneva centinaia di dettagli
relativi ai campi [di concentramento] in sé, agli edifici
destinati alla cremazione, ai forni, alle epidemie di tifo, alle
camere di disinfestazione (funzionanti con lo Zyklon B o con altre
sostanze) e perfino molti dettagli sulla vita privata dell'autore.
Niente sulle camere a gas
Ma come feci allora notare, non c'era nulla in questo libro
di 564 pagine che riguardasse le presunte esecuzioni nelle camere
a gas, tranne ciò che Pressac stesso chiamava, anziché
"prove", "inizi di prova" o "tracce del
crimine". La montagna aveva partorito un topolino e, oltretutto,
quel topolino era revisionista, essendo revisioniste molte delle
affermazioni fatte da Pressac.
La mia sfida senza risposta
Fin dal 1978 ho continuato a ribadire la mia sfida:
Fatemi vedere o disegnatemi una camera a gas nazista! Smettete
di darmi parole. Smettete di farmi vedere un edificio, una porta,
un muro e, qualche volta, capelli o scarpe. Ho bisogno di un'immagine
completa di uno di questi fantastici mattatoi chimici. Mi serve
una rappresentazione fisica dell'arma straordinaria di un crimine
senza precedenti. Se avete il coraggio di dire che ciò
che si mostra ai turisti in certi campi è, o è stata,
una camera a gas, venite qui a dirmelo
Questa sfida non ha mai avuto risposta. A Washington, DC, il memoriale
dell'"Olocausto" fa vedere ai visitatori la porta di
qualcosa che Pressac stesso, nel suo libro del 1989 (pp. 555-557),
descrive come una camera di disinfestazione a gas con scopi non-omicidi
a Majdanek. Nel 1989 Pressac non rispose alla mia sfida. Lo ha
forse fatto adesso col suo nuovo libro Les Crématoires
d'Auschwitz: La machinerie du meurtre de masse ("I Crematori
di Auschwitz: Il Meccanismo dello Sterminio di Massa")? La
risposta è: assolutamente no.
Una sola (falsa) prova
Il nuovo libro di Pressac, in sostanza, non è altro
che un riassunto del suo lavoro in lingua inglese del 1989. Dei
60 documenti che egli cita, nessuno ha davvero a che vedere con
le camere a gas, tranne uno, che Pressac definisce come prova
(non più di una) dell'esistenza ad Auschwitz di una camera
a gas destinata alle esecuzioni. Si tratta di una semplice lettera,
una lettera commerciale, senza alcuna menzione di segretezza,
della ditta tedesca Topf and Sons diretta all'ufficio costruzioni
("Bauleitung") di Auschwitz. Essa è relativa
alla richiesta di rilevatori di acido cianidrico (HCN) per uno
dei crematori. Il fabbricante che firma la lettera dice di aver
tentato invano di procurarsi, da 5 aziende diverse, i dieci rilevatori
di gas richiesti e che, nel caso dovesse riuscire ad ottenerli,
lo farà sapere all'ufficio costruzioni. Pressac sostiene
che i rilevatori di HCN sono inutili in un crematorio, a meno
che, e sarebbe questo il caso, esso non venga utilizzato come
camera a gas per le esecuzioni.
Questa conclusione è inammissibile. Lo Zyklon B (che è
essenzialmente HCN) è un agente di disinfestazione usato
in molti paesi del mondo fin dal 1922. Ad Auschwitz era usato
massicciamente per la disinfezione dei fabbricati infetti, soprattutto
per combattere l'epidemia di tifo. Gli obitori dei crematori erano
pieni di cadaveri infetti. Questi luoghi avevano bisogno di essere
disinfettati di frequente. Nel 1980, pubblicai un documento tedesco
(classificato dagli ufficiali alleati come documento di Norimberga
NI-9912) riguardante i procedimenti di disinfezione con lo Zyklon
B: la parola usata per "disinfestazione" era Vergasung
("gasazione") e la parola usata per "rilevatori
di gas" era Gasrestnachweisgerät. Si trattava
di una procedura piuttosto comune. Ad Auschwitz il gas velenoso
era utilizzato per uccidere i pidocchi, non le persone.
800.000 morti?
In un celebre film del 1955, "Nuit et Brouillard"
[di Alain Resnais, in italiano "Notte e nebbia", NdT],
che fu proiettato in tutte le scuole francesi (e in molte scuole
degli Stati Uniti) si affermava che il numero di morti ad Auschwitz
era di nove milioni di persone. Il Tribunale di Norimberga stabilì
che era stato di quattro milioni (Doc. USSR-008). Sulla lapide
commemorativa di Auschwitz-Birkenau la cifra riportata era sempre
di quattro milioni, ma nel 1990 fu ridimensionata [oggi è
di 1,5 milioni, NdT]. Nel suo libro in inglese del 1989, Pressac
scriveva (p. 553) che era tra il milione e il milione e mezzo.
Oggi, nel 1993, il suo nuovo libro in francese parla di 775.000
morti, arrotondati a 800.000 (fra questi, egli ribadisce, vi sarebbero
630.000 ebrei morti nelle camere a gas). La cifra reale dei decessi
ad Auschwitz tra il 1939 e il 1945 è probabilmente più
prossima alle 150.000 persone, in gran parte a causa di epidemie,
inedia e fatica.
Lanzmann incensato
Claude Lanzmann, regista del film sull'olocausto Shoah,
viene incensato da Pressac. Lanzmann afferma che i contenuti di
questo nuovo libro di Pressac sono già "terribilmente
noti", eccetto per il documento sui rilevatori di gas, il
quale, aggiunge, non convincerà di certo i revisionisti.
Afferma anche che il revisionismo è una catastrofe, tanto
nel senso comune della parola quanto nel senso filosofico, vale
a dire, di cambio di un'epoca. Egli pensa che Pressac sia di fatto
un revisionista che utilizza il materiale e gli argomenti concreti
di un Faurisson (vedi Le Nouvel Observateur, 30 settembre).
La perizia di un esperto
Pressac infatti è un artista della truffa. Questo ho
dimostrato nella mia recensione del 1991 e questo dimostrerò
in una recensione che apparirà in uno dei prossimi numeri
del Journal of Historical Review. Ma il valore del libro
di Pressac sta nel fatto che i credenti dell'"Olocausto",
perlomeno in Francia, accettano finalmente che questo "Olocausto"
venga trattato come materia di discussione storica e scientifica.
Dobbiamo solo prenderli in parola e dire:
"Okay! Iniziamo dal principio. Ci serve la perizia di un
esperto sull'arma del delitto. Se pensate che la relazione forense
di Frank Leuchter non sia attendibile - e neanche quelle di Germar
Rudolf, Walter Lüftl e dell'Istituto di Ricerca Forense di
Cracovia (perché questo viene sempre taciuto?) - la soluzione
è ovvia: scegliete voi un esperto o nominate una commissione
internazionale che serva a questo scopo. In questo modo dovrete
rispondere alla mia sfida: sarete costretti a mostrarci o a disegnarci
una camera a gas nazista".
(22/05/2007 - 15:49) traduzione di Gianluca Freda
http://blogghete.blog.dada.net/post/380664/LA-BUFALA-DELLE-CAMERE-A-GAS.html
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