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L'abdicazione alla riflessione

Carlo Mattogno


Si obietta spesso che, se Hitler ha ordinato lo sterminio degli Ebrei europei, che sia riuscito a farne assassinare 6 milioni o uno solo, in via di principio non cambia nulla, ed è moralmente indegno speculare sul numero delle vittime giocando al ribasso e dichiarando che esse non sono 6 milioni, ma 5 o 4 o 3.

La storiografia revisionista condivide perfettamente tale principio, ma respinge fermamente l'obiezione, perché nega essenzialmente proprio la realtà di tale ordine e del conseguente "sterminio" mediante "camere a gas".

Questi obiettori dimenticano sempre che è moralmente indegno speculare sul numero delle vittime anche giocando al rialzo, come è moralmente indegna qualunque menzogna.

Appunto allo smascheramento di una simile speculazione -- perpetrata mediante un procedimento dimostrativo superficiale e capzioso -- è dedicato un nostro studio di recente pubblicazione, (1) che soltanto in perfetta malafede si puó considerare a sua volta come una speculazione puramente numerica e quantitativa mirante a "depennare dalla cifra dell'infamia" qualche vittima, ( 2) trattandosi in realtà della semplice verifica di una metodologia storiografica deliberatamente fallace.

E' facile del resto ritorcere l'accusa contro gli stessi accusatori, dimostrando che la speculazione puramente numerica e quantitativa è la preoccupazione precipua di un certo giornalismo completamente digiuno persino di storiografia sterminazionista che, nonostante ció, o forse proprio in virtù di ció, si erge a strenuo difensore di tesi che essa ha ormai da tempo abbandonato.

Un tipico esempio di questa volontà di speculazione numerica è offerto dal recente "scandalo" del giornale francese Libération, nel cui numero del 28 maggio 1987 è apparsa la seguente lettera:

Il giornale ebraico Shalom commenta:

Non ci soffermeremo sulla tendenziosa equazione revisionismo = neonazismo, per la quale rimandiamo all'articolo "Quando i Wellers tacciono...", perché ci preme soprattutto osservare che:

1) la lettera incriminata non è una lettera revisionista, in quanto mette in dubbio la cifra dei "gasati" e non la realtà delle "camere a gas";

2) l'impossibilità materiale che ad Auschwitz siano state "gasate" 4.000.000 di persone è stata categoricamente sostenuta al congresso di Stoccarda del 3-5 maggio 1984 dal massimo storico sterminazionista, Raul Hilberg, che ha dichiarato testualmente:

«Ad Auschwitz non furono gasati 2.500.000 Ebrei. (4) Ció è impossibile (das ist eine Unmöglichkeit)».

Egli ha valutato "il numero delle vittime di Auschwitz a circa 1.000.000 di Ebrei". (5)

Di conseguenza, avendo affermato (a fortori) -- esattamente come il signor Cazalot e forse in base a considerazioni dello stesso ordine -- l'impossibilità dello "sterminio" ad Auschwitz di 4.000.000 di persone, anche Raul Hilberg è affetto dal "virus neonazista"!

Al colloquio di Parigi del 29 giugno-2 luglio 1982 Uwe Dietrich Adam ha asserito che le vittime di Auschwitz oscillano "tra 1.000.000 e 1.200.000" persone, (6) mentre lo steso Wellers, pur speculando sfrontatamente al rialzo, non arriva a più di 1.471.595 morti. (7)

Ecco dunque altri due prestigiosi storici affetti dal "virus neonazista" !

La morale che si trae da questo "incidente" è che un certo giornalismo ha un interesse vitale a mantenere in vita la menzogna dei 4 milioni -- menzogna riconosciuta tale dalla storiografia sterminazionista --, perpetrando in tal modo una speculazione puramente quantitativa e numerica basata, appunto, sulla menzogna, e dunque moralmente indegna.

Ma la cosa più sconfortante è che in Francia è considerato scandaloso persino un semplice invito alla riflessione sulla tecnica dello "sterminio", che potrebbe intaccare il dogma fondamentale della storiografia sterminazionista, formulato nei seguenti termini dalla famosa dichiarazione di storici francesi sulla "politica hitleriana di sterminio":

Non bisogna chiedersi come un tale assassinio in massa sia stato tecnicamente possibile. É stato tecnicamente possibile perché ha avuto luogo.

E, per mettere a tacere eventuali velleità di riflessione, la dichiarazione asserisce categoricamente:

Non c'è, non puó esserci dibattito sull'esistenza delle camere a gas, (8)

cioè è fatto divieto assoluto di riflettere su questo dogma, che deve essere soltanto recepito supinamente.
Con buona pace del famoso "spirito critico" francese !

 

Pubblicato in Orion, n. 36, settembre 1987, pp. 440-441.


1 Come si falsifica la storia: Georges Wellers e i "gasati" di Auschwitz. Edizioni La Sfinge, Parma 1987.
2 Vedi Orion, n. 32, maggio 1987, p. 255.
3 Shalom, n. 6, 30 giugno 1987, p. 9.
4 Valutazione di Rudolf Höss.
5 Der Mord an den Juden im Zweiten Weltkrieg. Herausgegeben von Eberhard Jäckel und Jürgen Rohwer, Deutsche Verlags-Anstalt, Stuttgart 1985, p. 176.
6 Colloque de l'Ecole des Hautes Etudes en sciences sociales. L'Allemagne nazie et le génocide juif, Gallimard-Le Seuil, 1985, p. 253. Già in precedenza, un altro prestigioso storico sterminazionista, Gerald Reitlinger, aveva scritto testualmente: «Il mondo ha imparato a diffidare dei "coefficienti di rettifica" e la cifra di quattro milioni fa ridere.» (La soluzione finale. Il temtativo di sterminio degli Ebrei d'Europa 1939-1945, Il Saggiatore, Milano 1965, p. 559).
7 Essai de détermination du nombre de morts au camp d'Auschwitz, Le Monde Juif, n. 112, octobre-décembre 1983, p. 158.
8 Le Monde, 21 febbraio 1979, p. 23.


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