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[Archivio Mattogno]

OLOCAUSTO: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

CARLO MATTOGNO


CAPITOLO QUINTO.

RAPPORTO LEUCHTER : LA PAROLA AGLI "ESPERTI"

 

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In questo capitolo non mi propongo di difendere il rapporto Leuchter -- che, personalmente, considero tecnicamente infondato, tranne per l'aspetto chimico, che richiede a mio avviso un ulteriore approfondimento -- ma di esporre le principali critiche dei suoi oppositori, onde mostrare con quali argomentazioni insulse costoro, per imperizia o malafede, pretendono di aver demolito il rapporto in questione. Il fatto che esso sia stato attaccato e continui ad essere attaccato in massima parte con argomenti pseudoscientifici dimostra tutta la prevenzione -- e il dilettantismo -- di questi oppositori. Non c'è bisogno di precisare che il mio giudizio sul rapporto Leuchter non deve nulla alle argomentazioni fallaci di questi incompetenti, ma proviene dallo studio della letteratura tecnica relativa alla disinfestazione con acido cianidrico, dallo studio dei documenti d'archivio e dall'ispezione diretta dei luoghi. A titolo di esempio, alla fine del capitolo espongo una mia obiezione al rapporto Leuchter.
I critici di cui mi occupo in questo capitolo sono quattro studiosi citati e ricitati come "autorità" indiscusse dagli incompetenti -- come Till Bastian -- che li prendono sul serio: Georges Wellers, Brigitte Bailer-Galanda, Josef Bailer e Werner Wegner. Le critiche degli ultimi tre sono raccolte in una pubblicazione ufficiale di un organo governativo austriaco. Jean-Claude Pressac, come vedremo, è un caso a parte. Anche Till Bastian è un caso a parte, ma in senso contrario.

1. GEORGES WELLERS.

Nell'articolo più volte citato Qui est Faurisson? (1), Georges Wellers espone delle argomentazioni tecniche sul funzionamento delle camere a gas omicide da lui già svolte nel libro Les chambres à gaz ont existé (2) e riprese successivamente, in forma sintetica, nell'articolo A propos
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du "rapport Leuchter" et les chambres à gaz d'Auschwitz (3), che è considerato una delle confutazioni più importanti del rapporto Leuchter. Nell'articolo menzionato per primo Wellers accusa senza mezzi termini Faurisson di incompetenza scientifica:

"Tuttavia, non è impossibile che certe assurdità del suo discorso delirante siano dovute a importanti lacune nella sua istruzione a livello di maturità, se non al di sotto, di cui egli è completamente incosciente come lo sono tutti gli ignoranti... in buona fede e senza cervello" (4).

Wellers aggiunge che

"si puòpresumere che egli abbia delle lacune nella sua formazione scientifica elementare in chimica e in fisica" (5)

e conclude perentoriamente:

"Considerata la formazione "letteraria" di Faurisson, si puòsupporre che ignori ciòche si è detto sopra e affermi le sue fantasie con l'incoscienza di un pretenzioso ignorante... in buona fede" (6).

Faurisson aveva purtroppo avuto la sventura di scontrarsi con un vero "scienziato", che vantava il seguente curriculum scientifico:

"Georges Wellers, nato nel 1905 in Russia. Studi alla Facoltà di Scienze dell'Università di Mosca. Dal 1932 al 1975 Georges Wellers ha condotto a Parigi delle ricerche di fisiologia e dal 1956 è stato Direttore di un laboratorio di ricerche presso la Facoltà di medicina di Parigi. Dal 1968 al 1974 Assessore del Preside della Facoltà. Laureato dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia Nazionale di Medicina, autore di oltre 150 dissertazioni pubblicate nella stampa scientifica specializzata in Francia e all'estero, Maitre de Recherches. Onorario al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica, Cavaliere della Legion d'Onore, Cavaliere al Merito Nazionale, Ufficiale delle Palme Accademiche" (7).

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Vediamo che cosa è uscito da questo autentico pozzo di scienza.

"Ora l'acido cianidrico attraversa le superfici di assorbimento del corpo umano -- polmoni, mucosa della bocca e del naso -- con una facilità eccezionale, il che spiega l'effetto fulminante di questo veleno. Ma, una volta attraversate le superfici di assorbimento, esso passa, penetra nei tessuti e ci resta. Di modo che ad ogni inspirazione d'aria, una certa quantità di acido cianidrico passa nel sangue e dunque la sua concentrazione nell'atmosfera del locale diminuisce. Ora, il volume d'aria inspirato ad ogni movimento respiratorio di un adulto normale (sedici movimenti respiratori al minuto) è dell'ordine di due litri" (8).

Dunque un adulto normale respira in un minuto 32 litri d'aria. Ora, in 43 anni di "ricerche di fisiologia", Wellers non è riuscito neppure a scoprire che un adulto normale a riposo respira mediamente in un minuto dai 6 agli 8 litri d'aria, con una frequenza di 12-15 atti respiratori (9).

"Questo volume aumenta considerevolmente nel caso di una respirazione accelerata e profonda, come doveva essere quella dei suppliziati" (10).

E' certamente vero che le vittime, in preda ad un grande stato di agitazione, avrebbero respirato con un ritmo accelerato, ma ciònon toglie che il dato di partenza dei 32 litri/ora sia errato.

"E' dunque certo che la concentrazione dei vapori dell'acido cianidrico nell'aria della camera a gas si abbassava rapidamente via via che il supplizio si svolgeva. Sarebbe temerario cercare di calcolare quale poteva diventare questa concentrazione alla fine, perché non si sa in quale quantità lo Cyklon B era gettato nella camera a gas" (11).

Ciòè falso, perché Rudolf Höss ha dichiarato:

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"Per la gasazione di 1.500 uomini erano necessari 5-7 barattoli di Zyklon B da 1 kg ciascuno; il numero dei barattoli oscillava secondo la grandezza della camera a gas e secondo le condizioni atmosferiche, cioè in caso di tempo freddo e umido erano necessari 2 o 3 barattoli supplementari" (12).

E ancora:

"Per questa [la gasazione omicida] le condizioni erano diverse nei [vari] crematori, nei crematori grandi si usavano 7 barattoli, negli altri locali 5 barattoli. Se era molto freddo e umido, bisognava aggiungere altri 2-3 barattoli" (13).

Wellers conclude cosi il suo ragionamento:

"In altre parole, non sembra del tutto assurdo pensare che, una volta constatata la morte, la messa in moto di un ventilatore potesse portar via, fin dai primi istanti, la totalità o quasi dei vapori che restavano nell'aria calda della camera a gas e che l'apertura delle porte fosse sufficiente per permettere, senza grande rischio di avvelenamento, di evacuare i corpi: tanto più in quanto i vapori dell'acido cianidrico sono più leggeri dell'aria e salgono nell'atmosfera" (14).

Nell'articolo menzionato all'inizio, Wellers ribadisce:

"Di modo che nell'aria della camera a gas omicida, nel momento stesso del compimento dell'assassinio, la concentrazione del veleno nell'atmosfera puòdiventare nulla ed è in ogni modo diminuita, talvolta sufficientemente per non far correre alcun rischio serio di avvelenamento entrando nel locale anche senza maschera antigas" (15).

Esaminiamo il caso concreto di una gasazione omicida nei crematori II e III. Secondo le piante originali della Zentralbauleitung di Auschwitz, la presunta camera a gas misurava 30 metri di lunghezza, 7 di larghezza e 2,41 di altezza (16) ed aveva 7 colonne di cemento di
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m 0,40 x 0,40 x 2,41, (17) perciòil suo volume era di circa 503 m3. L'introduzione di 6 kg (valore medio indicato da Höss) di Zyklon B -- equivalenti a 6 kg di HCN -- nel locale, dopo la vaporizzazione, avrebbe prodotto una concentrazione teorica di vapori di HCN di (6.000 : 503 =) 11,9 g/m3. Considerando il volume occupato dai corpi delle vittime, con un peso medio di 60 kg, (18) dunque [(1500 x 60)] : 1000 =) 90 m3, il volume disponibile sarebbe stato di 413 m3 e la concentrazione dell' HCN di 14,53 g/m3.
Tanto per puntualizzare, Jean-Claude Pressac ha ripreso il mio metodo di calcolo, da me già esposto in Auschwitz: le "confessioni" di Höss, (19) nella sua valutazione della concentrazione di 12 g/m3 di HCN (20). Egli ha semplicemente diviso il quantitativo di HCN per il volume teorico del locale: 6.000 : 506,1 = 11,85, approssimando il quoziente a 12.
Il chimico tedesco Fritz Haber, come Wellers certamente sapeva, determinòsperimentalmente il potere tossico di vari aggressivi chimici, che indicòcome "prodotto di tossicità", espresso dalla nota formula di Haber
P
ct = --- = W
A
dove c è il peso in mg della sostanza tossica, t il tempo in minuti, A il volume in m3 di aria inspirata, P il peso dell'individuo, W = ct il "prodotto di tossicità". Per i veleni che vengono in parte espirati, come l'acido cianidrico, la formula di Haber si modifica cosÏ: (c -- e) = W. Il "prodotto di tossicità" (= tempo t che la cavia impiega a morire alla concentrazione c di sostanza tossica) determinato sperimentalmente da Fritz Haber per l'acido cianidrico è di 1.000 per concentrazioni alte, 4.000 per concentrazioni basse (21) . Ciòsignifica che alle alte concentrazioni la morte subentra in t = (1.000 : c) minuti, trascurando il fattore e che diventa trascurabile.
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La concentrazione "immediatamente mortale" di acido cianidrico per un uomo è di 0,3 grammi per metro cubo d'aria (o 300 mg/m3), mentre una concentrazione di 0,2 grammi per metro cubo d'aria è mortale in 5-10 minuti (22). Nei due casi, il tempo in cui si verifica la morte è approssimativamente di (1.000 : 300) = circa 3 minuti e (1.000 : 200) = circa 5 minuti.
Assumendo, con il Giua, che un adulto respiri in media 8 litri di aria al minuto, la dose letale d di acido cianidrico ad alte concentrazioni è data dalla formula d = (8 x ct) : 1.000.
Assumendo la concentrazione "immediatamente mortale" di 0,3 g/m3 ed esprimendo più esattamente t con il quoziente 1.000/300, la dose letale risulta di [8 x 300 x (1.000 :300)] : 1.000 = 8 mg. Dunque a questa concentrazione, l'assunzione di 8 mg di acido cianidrico provoca la morte.
I chimici tedeschi che lavoravano nel campo della disinfestazione esprimevano il "prodotto di tossicità" in milligrammi per metro cubo per minuto (mgm) (23) o in grammi per metro cubo per ora (gst) (24). Il "prodotto di tossicità" dell'acido cianidrico è di 1.000 mgm o di 0,02 gst (25). Secondo questo metodo, 1.000 mg di acido cianidrico sono mortali in 1 minuto, dunque 300 mg in 3 minuti, come risulta dalla formula di Haber.
Tornando alla questione iniziale, le 1.500 vittime, nella camera a gas omicida, avrebbero inspirato (1500 x 8): 1000 = 12 g di HCN, perciòla concentrazione sarebbe scesa da 14,53 a [(6.000 -- 12) : 413] = 14,49 g/m3, o, secondo il valore di Pressac, da 12 a 11,83 g/m3.
Se si considera che nelle camere a gas statunitensi il condannato muore in circa 4 minuti con una concentrazione di acido cianidrico di 3.200 parti per milione (26), equivalenti a circa 3,5 g/m3 (27), che è
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(3,5 : 0,3=) quasi 12 volte superiore a quella immediatamente mortale, e se si considera che la concentrazione nelle presunte camere a gas omicide era (secondo Pressac) di 12 o 20g/m3, ossia 40 o 67 volte superiore a quella immediatamente mortale, si puòapprezzare in tutto il suo valore l'affermazione di Wellers secondo la quale

"si puòpensare che il "disinfettore" di servizio, forte di una certa esperienza, sapesse evitare di sprecare l'arma del crimine" (28).

Nella sua critica al rapporto Leuchter, Wellers proclama pomposamente:

"Se Jules Verne, autore di "De la terre à la lune" e di "Autour de la lune" fosse vissuto ancora nel 1961, avrebbe certamente provato una specie di soddisfazione apprendendo che la gravità prevista dagli scienziati dopo Newton era una realtà vissuta da Gagarin. Leggendo il "Rapporto Leuchter" nella sua presentazione trionfale di R. Faurisson, ho creduto di diventare Jules Verne che leggeva i racconti di Gagarin al suo ritorno sulla terra: "E' dunque vero ciòche io ho "predetto" sin dal 1981, cioè che nelle camere a gas omicide come erano utilizzate ad Auschwitz, dopo la morte dei suppliziati, non potevano restare, nell'atmosfera dei locali, se non "tracce infinitesimali" dei vapori di acido cianidrico" (29).

Ma le enormità di questo "scienziato" non finiscono qui. Egli scrive:

"Tanto più che i vapori dell'acido cianidrico, che restano nell'atmosfera, i quali sono più leggeri dell'aria (30), si accumulano verso il soffitto, al di sopra dell'altezza di un uomo inclinato verso il suolo mentre lavora" (31).

E' chiaro che Wellers, nonostante i suoi altisonanti titoli
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accademici, non sapeva neppure che cos'è la teoria cinetica dei gas. Gerhard Peters scrive che, poiché i vapori dell'acido cianidrico sono più leggeri dell'aria di circa il 3%,

"è sufficiente sviluppare questi vapori sul pavimento, essi salgono poi in alto rapidamente. Inoltre l'acido cianidrico , col suo piccolo peso molecolare, ha una capacità di diffusione particolarmente grande" (32).

Ciòsignifica semplicemente che i vapori di acido cianidrico hanno una grande capacità di diffusione e che, come si legge in un libro sulla disinfestazione,

"al contrario del solfuro di carbonio, l'acido cianidrico è più leggero dell'aria, esso penetra perciòin brevissimo tempo durante la gasazione di una casa in tutto l'edificio fino agli angoli più nascosti e raggiunge cosi tutti i nascondigli dei parassiti". (33)

Se l'enormità propugnata da Wellers fosse vera, l'acido cianidrico non avrebbe avuto alcuna efficacia come disinfestante, perché avrebbe ucciso soltanto i parassiti annidati sui soffitti! Non solo, ma, in una stanza, in assenza di correnti d'aria, l'ossigeno (peso specifico rispetto a quello medio dell'aria: 1,1053) si stratificherebbe in basso e l'azoto (peso specifico 0,9674, molto vicino a quello dei vapori dell'acido cianidrico) si stratificherebbe in alto, il che è evidentemente assurdo.
Chiudo l'argomento con un riferimento sperimentale. All'inizio degli anni Trenta, in Italia, in un locale di 408 m3 chiuso ermeticamente fu immesso acido cianidrico gassoso, prodotto da un apposito generatore, attraverso un distributore di gas munito di sei tubi rivolti verso le pareti che facevano uscire il gas a mezza altezza. Tre tubi di aspirazione, collocati rispettivamente in basso, a mezza altezza e in alto, consentivano di prelevare dei campioni di aria per l'analisi chimica. I prelievi furono eseguiti dopo 10, 20, 40, 60 e 90 minuti. Complessivamente furono eseguiti 24 esperimenti in condizioni generali
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simili. La tavola in cui sono pubblicati i risultati mostra che la concentrazione di acido cianidrico nel locale era generalmente abbastanza uniforme: i tre valori sono in genere molto vicini, con lieve prevalenza alternativamente degli uni o degli altri. Ad esempio, nel primo e nell'ultimo esperimento la concentrazione fu la seguente (34):
dopo 10' dopo 20' dopo 30'
alto medio basso alto medio basso alto medio basso
1 esperimento 2,70 3,00 2,38 2,40 2,30 3,20 2,80 2,70 2,20
24 esperimento 8,00 9,20 8,50 8,15 8,90 8,40 8,45 8,45 8,65.

Queste sono le argomentazioni "tecniche" di questo "esperto"!

2. BRIGITTE BAILER-GALANDA, JOSEF BAILER E WERNER WEGNER.

Il libro Amoklauf gegen die Wirklichkeit (35) è una pubblicazione ufficiale dell' "Archivio di documentazione della resistenza austriaca. Ministero federale dell'istruzione e dell'arte" , che ne è l'editore. Si deve dunque ritenere che ad esso abbiano collaborato i migliori studiosi austriaci e che esso contenga le migliori critiche al revisionismo che siano state formulate dalla storiografia ufficiale. In quest'opera il rapporto Leuchter è trattato in 30 pagine (pp.41-70) da tre autori: Brigitte Bailer-Galanda, sociologa e storica dell'archivio suddetto, Josef Bailer, chimico, e Werner Wegner, "studi di diritto statale e amministrativo, lavori sulla storia dell'Olocausto e dell'antisemitismo" (p.135).
I due Bailer mostrano un dilettantismo disarmante che risulta chiaramente da tre circostanze:
1) la loro critica non si basa sul testo originale del rapporto Leuchter, ma su due traduzioni divulgative tedesche,
2) nessuno dei due autori ha messo piede ad Auschwitz, sicché essi emettono giudizi sulle installazioni del campo senza cognizione di causa;
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3) nessuno dei due autori conosce l'opera di Pressac Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers.
Per quanto concerne il primo punto, Brigitte Bailer-Galanda tenta di giustificare questa grave mancanza con una spiegazione giuridica:

"Del rapporto-Leuchter, spesso definito falsamente come perizia, vengono diffuse varie versioni. Nessuna peròpuòseguire fedelmente l'originale presentato al Tribunale canadese. Poiché il Tribunale stesso non ha attribuito valore di prova al rapporto, esso, nel quadro del diritto anglosassone della facoltà dell'esame degli atti, non si puòneppure esaminare. Perciòa disposizione dell'analisi ci sono soltanto le versioni diffuse nel territorio di lingua tedesca dai "revisionisti" stessi -- pretese traduzioni del rapporto Leuchter" (p.42).

Quanto questa spiegazione sia veritiera, risulta dal fatto che io -- ma ciòvale anche per altre persone -- sono in possesso di una copia del rapporto originale in inglese presentato da Leuchter al Tribunale di Toronto (36) . Inoltre una sintesi di 132 pagine contenente il testo originale del rapporto è in commercio fin dal 1988 (37). Ma i due autori non si sono neppure degnati di procurarsi l'edizione inglese del rapporto Leuchter (38), che pure è menzionata dalla Bailer-Galanda nella nota 14 a p.42 ed è stata utilizzata da Werner Wegner per la sua critica!
E' difficile credere che il ricorso a semplici traduzioni di carattere divulgativo non sia stata una scelta intenzionale dei due autori: ciò infatti permette loro di fare critiche ed insinuazioni che risultano completamente infondate sulla base del testo originale del rapporto Leuchter. A tale riguardo Josef Bailer scrive:

"Nel rapporto Leuchter non c'è nulla sul metodo di
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analisi impiegato, i campioni sono descritti in modo inesatto e mancano perfino i dati esatti dei risultati.
Sul metodo di analisi del rapporto Leuchter si può apprendere soltanto che gli esami chimici sono stati fatti da un laboratorio del Massachusetts e che già contenuti di 1 mg/kg vengono definiti "valori indicatori ancora appena rilevabili". Poiché inoltre si parla soltanto di azzurro di Prussia e non vengono menzionati altri possibili prodotti di decomposizione o di reazione dell'acido cianidrico, si deve presumere che si sia trattato di un esame abbastanza superficiale. [...]. Ma mancano i dati relativi ad ogni singolo campione, se si tratta di mattone, malta o intonaco" (p.51) [corsivo mio].

In realtà l'edizione originale del rapporto Leuchter contiene le fotocopie di 33 certificati di analisi degli Alpha Analytical Laboratories, di cui 32 si riferiscono ai cianuri totali (Total Cyanide), 1 al ferro totale; in ogni certificato è descritto sia il tipo di materiale di ogni campione, sia il metodo di analisi impiegato; inoltre essa contiene 11 piante schematiche in cui è segnato il punto esatto di prelievo di ogni singolo campione (39).
Il ricorso alle traduzioni divulgative tedesche consente inoltre a Josef Bailer di attribuire a Leuchter stesso la propria spiegazione della presenza di macchie di pigmento azzurro nei muri delle installazioni di disinfestazione BW 5a e 5b di Birkenau:

"Nella versione Ochsenberger del rapporto Leuchter viene anche dichiarato che l'azzurro di Prussia è soltanto una colorazione che aderisce superficialmente a tratti di intonaco e probabilmente proviene da materassi che si sono scoloriti, ma la frase manca nella versione Walendy. Mentre nella versione Ochsenberger si fa ripetutamente riferimento alla colorazione azzurra in connessione con materassi, questi passi nella versione Walendy mancano. L'azzurro di Prussia è un colorante molto diffuso che spesso si puòtrovare in vecchi muri come residuo di una vecchia pittura o come macchia di colore lasciata da qualche materiale scolorabile che una volta era appoggiato a questo muro" (p.52).

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Con ciòpassiamo al secondo punto. Una tale spiegazione -- che non è accennata neppure di sfuggita da Leuchter (40) -- puòessere fornita soltanto da chi non ha mai visto di persona le suddette installazioni: le macchie azzurre vi appaiono non solo sui muri interni, ma anche su quelli esterni, ed in forma e in posizioni tali che l'ipotesi dei materassi è a dir poco azzardata.
L'argomentazione chimica fondamentale di Josef Bailer è l'impossibilità pratica, se non teorica, che sui muri si formi l'azzurro di Prussia per reazione chimica conseguente ad adsorbimento di acido cianidrico:


"Ma è anche inverosimile che nei muri si formi l'azzurro di Prussia, perché il ferro nei mattoni e nella calce viva esiste nella forma trivalente sfavorevole per la reazione e perché l'ambiente alcalino ostacola la reazione. Nel rapporto Leuchter invece si assume che l'assenza dell'azzurro di Prussia dimostrerebbe che nel locale non fu mai usato acido cianidrico. Ma poiché l'acido cianidrico lascerebbe residui sui muri solo eccezionalmente, in presenza di circostanze del tutto speciali, nel caso normale invece non si possono trovare residui, dall'assenza di tali residui non si puòtrarre alcuna conclusione. Queste circostanze straordinarie, per esempio muri superacidi "fuligginosi", per gli edifici degli ex campi di concentramento di Auschwitz e Auschwitz-Birkenau non sono probabili, le analisi avrebbero perciòdovuto dimostrare che nei campioni non si puòrilevare alcun cianuro, né in quelli provenienti dalle camere a gas , né nel "campione di riferimento" proveniente dalla camera di gasazione. Ma nel rapporto Leuchter si dichiara che alcuni campioni, in particolare il "campione di riferimento" , avevano mostrato in parte valori notevolmente alti del ferrocianuro azzurro di Prussia. I risultati di laboratorio positivi si possono propriamente ricondurre solo a due cause: o l'azzurro di Prussia fu applicato ai muri, il che non sarebbe insolito, perché l'azzurro di Prussia era diffusissimo come colorante;
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oppure si tratta di un artefatto, di una indicazione errata del metodo di analisi" (p.50).

Josef Bailer è tanto sicuro della fondatezza di queste supposizioni che le riprende con un tono ancor più apodittico alla fine della sua critica:

"Se in muri vecchi si trova l'azzurro di Prussia, ciòpuòavere varie cause. La causa più probabile sarebbe il residuo di una vecchia pittura o di un colorante. Che esso sia da attribuire ad una gasazione con acido cianidrico, sarebbe una delle spiegazioni più inverosimili. L'acido cianidrico, per quanto risulta dall'esperienza, non colora di azzurro le pareti. Leuchter, come c'era da aspettarsi, non ha trovato alcuna traccia del gas tossico. Ciòche egli ha trovato, era un pigmento azzurro che perònon proviene da gasazione con acido cianidrico. Il risultato delle analisi è del tutto privo di valore" (p.52).

Riassumendo: o pittura o impostura. Questa ipotesi è in realtà del tutto infondata e puòessere sostenuta seriamente soltanto da chi non ha mai visto i muri azzurri dei BW 5a e 5b di Birkenau, perché le macchie azzurre vi appaiono non solo in pareti interne bianche -- sullo strato superficiale, non in uno strato sottostante -- ma anche sui mattoni scoperti dei muri esterni: chi avrebbe "pitturato" questi mattoni in modo da produrre chiazze del tutto irregolari? E se l'azzurro di Prussia non dipende da gasazioni con acido cianidrico, per quale straordinaria coincidenza, in tutti gli edifici di Auschwitz e Birkenau, le macchie azzurre si trovano soltanto in camere a gas di disinfestazione ad acido cianidrico? E per quale altra straordinaria coincidenza in due camere di disinfestazione ad acido cianidrico di Majdanek si trovano macchie azzurre ancora più estese? (41) Per tenermi ancora sul piano dell'esperienza, Germar Rudolf menziona il seguente incidente riportato in un testo specialistico del 1981 (42): una chiesa fu gasata con acido cianidrico poche settimane
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dopo che i muri erano stati intonacati; nei mesi successivi nell'intonaco si formarono dappertutto macchie di colore blu; la reazione si concluse dopo un anno e fu necessario rimuovere tutto l'intonaco (43).
L'ignoranza del libro di Pressac summenzionato induce Brigitte-Bailer Galanda ad affermazioni storiche insostenibili:

"Contrariamente alle affermazioni di Leuchter che ad Auschwitz-Birkenau ci fossero state soltanto camere mortuarie seminterrate e non camere a gas, bisogna notare che i crematori II-V erano stati progettati e costruiti fin dall'inizio come impianti di sterminio in massa mediante gas tossico. Ciòrisulta inequivocabilmente dalle testimonianze oculari di colpevoli e di detenuti superstiti del campo di concentramento, come pure da numerosi documenti sulla storia della costruzione del campo che si sono conservati" (p.45).

Ora, uno dei meriti indiscutibili di Pressac è di aver dimostrato, sulla base di numerosi documenti della direzione delle costruzioni del campo, che i crematori II e III di Birkenau erano stati progettati e costruiti senza camere a gas omicide e che i Leichenkeller che contenevano erano originariamente appunto delle semplici camere mortuarie seminterrate (44); nel suo secondo libro, Pressac è giunto alla conclusione che anche i crematori IV e V erano stati progettati senza camere a gas omicide(45) -- e questa lacuna, per una storica di professione che scrive su Auschwitz in una pubblicazione ministeriale, è gravissima.
Per la sua ignoranza non solo degli scritti di Pressac, ma anche delle deposizioni di Rudolf Höss, Josef Bailer, per dimostrare l'innocuità del gas tossico per gli uomini del Sonderkommando, riprende l'argomento, già escogitato da Georges Wellers, dell'esiguo dosaggio di Zyklon B per la presunta gasazione delle vittime:

"Da rapporti secondo i quali le uccisioni sono durate molto a lungo si puòdesumere che fosse usato poco gas. Ma gli uomini di guardia stessi non furono uccisi quando le vittime
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una volta riuscirono a sfondare dall'interno la porta della camera a gas, di modo che il gas poté diffondersi liberamente. Il gas tossico veniva chiaramente dosato in misura cosi esigua che esso, all'aperto, diluito dall'aria ambientale, non rappresentava più alcun pericolo. Gli uomini di guardia perciònon correvano alcun rischio a causa del gas tossico" (p.49).

Qui rilevo soltanto che Josef Bailer, con una elegante petizione di principio, risponde ad una contestazione tecnica di Leuchter non già con un' argomentazione tecnica, ma sulla base di una testimonianza oculare (di Filip Müller [!] al processo Auschwitz di Francoforte).
Josef Bailer completa la sua argomentazione con il riferimento -- anch'esso già fatto da Wellers -- alle esecuzioni nei penitenziari statunitensi:

"Nelle esecuzioni nelle prigioni americane veniva usato moltissimo gas per far s"che la morte subentrasse rapidamente, nel giro di secondi, e senza dolore. Al contrario, coloro che dirigevano i campi di concentramento cercavano di uccidere il maggior numero possibile di uomini con il minore dispendio possibile. Le uccisioni nelle camere a gas duravano molto, in casi estremi ore, fatto che si puòspiegare solo con una bassissima dose e con un lento sviluppo del gas tossico. Poiché veniva impiegato relativamente poco gas tossico, potevano essere chiaramente ridotti anche i tempi di ventilazione" (p.49).

Ho già accennato nel paragrafo precedente che la concentrazione teorica di gas tossico nelle presunte camere a gas omicide di Auschwitz-Birkenau, secondo Pressac, era di 12 o 20g/m3, mentre nei penitenziari americani si usava una concentrazione di 3,5 g/m3. Aggiungo che la storia della lunga durata delle gasazioni omicide non solo è smentita dalla fonte addotta da Josef Bailer a sostegno di essa (46), ma
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anche da Werner Wegner, il quale qualche pagina dopo scrive che "nei locali di gasazione per lo più si poteva accedere di nuovo già una mezz'ora dopo l'introduzione del preparato gassoso" (p.55).

Werner Wegner non è un membro del Dokumentatiosarchiv di Vienna; la sua critica al rapporto Leuchter che appare in Amoklauf gegen die Wirklichkeit è tratta da un libro tedesco apparso nel 1990 (47).
Anche questo critico ignora Pressac e si avventura conseguentemente nelle solite argomentazioni documentariamente insostenibili sulla genesi dei crematori di Birkenau:

"Leuchter afferma che nei crematori era questione di camere mortuarie o obitori ("mortuaries or morgues") che erano unite ai crematori e situate nello stesso edificio. Ciòvaleva soltanto per il crematorio I, dove la camera mortuaria appartenente al crematorio fu utilizzata per un certo tempo per la gasazione di uomini. Tutti gli altri crematori (crematori II-V) erano stati progettati e costruiti fin da principio ed esclusivamente come impianti di sterminio con locali di svestizione, di gasazione e di cremazione, come si puòdocumentare con una quantità di prove (dichiarazioni di testimoni e di colpevoli, disegni costruttivi, ordinazioni di materiali e ordini di costruzione)" (p.56).

In realtà di cio, come ha rilevato Pressac, non esiste nessuna prova.
Le obiezioni di Werner Wegner al rapporto Leuchter nel campo della cremazione meritano un esame accurato, perché, insieme agli scritti di Pressac, rappresentano la trattazione più approfondita della storiografia ufficiale su questo importante tema. Riporto le relative affermazioni di Wegner e commento.

"Anche l'affermazione di Leuchter che i forni di Auschwitz-Birkenau non avevano avuto postbruciatori (Nachverbrenner) deve essere contraddetta. Nell'istruzione di servizio si dice che le parti del cadavere della griglia di argilla
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refrattaria (Schamotterost) possono restare ancora venti minuti davanti all'estrazione della cenere (Ascheentnahme) per la postcombustione (zum Nachverbrennen)" (p.58).

Questa obiezione dimostra già da sola la totale ignoranza di Werner Wegner in questo campo. Le istruzioni di servizio del forno crematorio Topf a due e a tre muffole riscaldato con coke (48) dicono quanto segue.

"Appena le parti del cadavere cadono dalla griglia di argilla refrattaria sul piano inclinato della cenere sottostante, devono essere tratte in avanti col raschiatoio verso lo sportello di estrazione della cenere. Qui queste parti possono restare ancora 20 minuti per la postcombustione (zum Nachverbrennen)".

Werner Wegner ha capito poco o nulla di questo testo: i forni Topf di Auschwitz-Birkenau non possedevano alcun postbruciatore; dopo la combustione principale sulla griglia della muffola, le parti che cadevano attraverso le sue aperture nel cenerario sottostante finivano di bruciare fino a quando erano perfettamente combuste, e questo processo era designato Nachverbrennung, postcombustione. Un postbruciatore esisteva invece nei forni riscaldati con olio combustibile, come quelli costruiti dalla ditta H.Kori, che erano dotati di un bruciatore principale per la muffola e un bruciatore secondario per il cenerario (49).
Werner Wegner continua cosi la sua dimostrazione.


"Secondo indicazioni della ditta fornitrice Topf & Söhne i loro forni a due muffole potevano cremare 10-35 cadaveri in circa 10 ore. Ciò significa che in 24 ore di funzionamento ininterrotto in un forno a due muffole si potevano cremare teoricamente 24-84 cadaveri (dunque in una muffola 12-42). Naturalmente la capacità di cremazione
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dipende dal sistema costruttivo del forno, dal potere calorifico del combustibile e dal tempo, come pure dalle caratteristiche dei corpi da cremare (grossezza, volume, contenuto di grasso e di acqua), infine anche dalla capacità di lavoro del personale di servizio e dal ritmo delle introduzioni. Ad Auschwitz-Birkenau le storte (Retorte) (50)nel corso del tempo furono caricate con un numero vario di cadaveri, all'inizio solo con uno. Ma dopo che si fu sperimentato e furono raccolte le esperienze, in linea di principio furono introdotti in una muffola tre cadaveri di varia grossezza, il che era del tutto possibile in considerazione del volume e della grandezza delle aperture delle muffole. La direzione del Museo di Auschwitz ha comunicato all'autore che la durata di cremazione di un carico era in media di un'ora nel crematorio di Auschwitz, invece solo di mezz'ora nei crematori di Birkenau" (p.58).

Il documento citato da Werner Wegner è una lettera della Topf alla Neubauteitung di Mauthausen del 14 luglio 1941; egli si riferisce alla trascrizione errata di R.Schnabel (51) in cui si parla di 10-35 cremazioni in circa 10 ore; il documento originale dice da 30 a 36 in circa 10 ore (52), il che corrisponderebbe teoricamente ad una capacità di cremazione di 72-86 cadaveri in 24 ore di funzionamento ininterrotto. Werner Wegner dimentica di riferire che le istruzioni di servizio della Topf relative ai forni a 2 e a 3 muffole prescrivevano di introdurre i cadaveri nelle muffole "uno dopo l'altro" (intereinander; nach einander) e di pulire ogni sera le griglie dei focolari dei gasogeni (53), e questa operazione si poteva eseguire solo a forno spento. Che questi forni fossero stati progettati per cremazioni singole risulta anche dall'esiguo regime di griglia dei focolari dei gasogeni (forno a tre muffole : due gasogeni con regime di griglia di 35 kg/ora di coke ciascuno; forno a
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otto muffole: quattro gasogeni con regime di griglia di 35 kg/ora ciascuno) (54). Le esperienze fatte con gli unici impianti di cremazione in massa documentati -- i forni per la combustione di carogne animali, nei quali si badava soltanto all'economicità dell'incenerimento -- mostrano che l'ipotesi di una cremazione economicamente vantaggiosa (dal punto di vista sia della durata, sia del consumo di combustibile) di più cadaveri in una muffola è infondata; ad esempio, nel forno Kori modello 2b, che aveva una superficie della griglia della muffola di 1,39 m2, praticamente uguale a quella dei forni di Auschwitz-Birkenau (1,4 m2), si poteva cremare un carico massimo di 450 kg di sostanza organica, ma il processo di combustione durava 8 (otto) ore, con un consumo di combustibile di 170 kg di carbon fossile (55), il che equivale alla cremazione di 3 cadaveri del peso medio di 64 kg in quasi tre ore e mezza (56) con un consumo di circa 72 kg di carbon fossile. Del resto nel forno Topf a due muffole di Gusen, in un periodo di grande accumulo di cadaveri a causa di un guasto all'impianto, la cremazione di 677 cadaveri richiese 13 giorni, durante i quali furono eseguite solo cremazioni singole (57). Dunque la cremazione di 3 cadaveri in mezz'ora nei crematori di Birkenau è tecnicamente impossibile, come si puòdimostrare anche in base al consumo di coke.
Dopo aver ricordato la lettera della Zentralbauleitung del 28 giugno 1943 (p.58), secondo la quale nei crematori II e III si potevano cremare 1.440 persone (Personen) in 24 ore ciascuno, nei crematori IV e V 768 persone ciascuno (58), Werner Wegner, partendo da questi dati, e supponendo un carico di 3 cadaveri per muffola, "dimostra"
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che la durata della cremazione di un tale carico sarebbe stata di circa 76 minuti nei forni del crematorio I e di 45 minuti nei forni dei crematori di Birkenau; indi conclude trionfalmente.

"Con ciòè dimostrato che l'efficienza indicata dalla Zentralbauleitung per gli impianti di cremazione speciali di Auschwitz-Birkenau era del tutto raggiungibile" (p.63).

Infine egli rileva con soddisfazione che le durate da lui calcolate "corrispondono ampiamente ai dati del Museo di Auschwitz menzionati" (p.63).
Pura fantasia. Questi dati sono contraddetti, oltre che dalle esperienze fatte con i forni per l'incenerimento di carogne animali, anche dall'esame dei consumi di coke. Poiché i focolari dei gasogeni dei forni dei crematori II/III e IV/V potevano bruciare rispettivamente 8.400 (59) e 3.360 kg (60) di coke in 24 ore, il consumo di coke per ogni carico (di tre cadaveri in una muffola) sarebbe stato di 5,8 kg di coke per cadavere per i crematori II/III e di 4,3 kg per i crematori IV/V, ma si sa con certezza che nel forno Topf di Gusen, in condizione di equilibrio termico la cremazione di un cadavere richiedeva in media 30,5 kg di coke (61).
Non c'è bisogno di dire che i dati comunicati dal Museo di Auschwitz non si basano né su documenti né su uno studio scientifico, ma sono mere congetture e hanno lo stesso valore del dato di F.Piper secondo il quale a Birkenau si potevano gasare teoricamente 60.000 (sessantamila) persone al giorno! (62)
Dopo queste osservazioni sulla trattazione scientifica del problema della cremazione ad Auschwitz da parte di Werner Wegner è facile comprendere per quale ragione nel recente libro Wahrheit und Auschwitzlüge (63), il quale non è altro che una riedizione riveduta e corretta del libro Amoklauf gegen die Wirklichkeit, i sagaci membri del
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Dokumentationsarchiv, pur criticando qualche aspetto del libro in cui appare lo studio sui crematori di Auschwitz-Birkenau da me redatto con la collaborazione dell'ing. Franco Deana (64), non solo non dicono una sola parola su questo articolo, ma hanno perfino eliminato l'articolo di Werner Wegner: gli editori temevano forse che il lettore potesse confrontare il nostro studio scientifico con le congetture dilettantistiche di questo "esperto"?
Riguardo alle camere a gas omicide, Werner Wegner formula al rapporto Leuchter obiezioni a dir poco sorprendenti. Egli espone nove argomentazioni concatenate che sono un vero capolavoro di ignoranza e di faciloneria, per non dire di malafede:

"1) Il menzionato "impianto di disinfestazione" è un grosso edificio simile ad una fabbrica con quattro camini situato nei pressi del magazzino del campo "Kanada", nel quale tra l'altro venivano lavati o disinfestati (spidocchiati) capi di vestiario, biancheria, coperte ecc. Nell'edificio era installato anche un impianto di docce per i detenuti, la cosiddetta Sauna" (p.64).

2) Werner Wegner dichiara poi che Leuchter ha prelevato il suo campione di riferimento in questo edificio, ma "la direzione del Museo ha comunicato all'autore che non si puòtrovare alcun posto dove il gruppo Leuchter abbia potuto prelevare i campioni "(p.64).
3) In questo edificio la disinfestazione veniva effettuata mediante autoclavi.
4) Nelle autoclavi la disinfestazione avveniva con aria calda e vapore acqueo.

"5) Se ora nella sala furono trovate ancora rilevanti tracce di cianuri, ciònon si puòspiegare col fatto che la sala stessa fu mai usata per la disinfestazione di oggetti. Allora come vi avrebbe potuto lavorare il personale di servizio? Poiché l'impianto di disinfestazione fu certamente usato anche dopo la liberazione del campo nel gennaio 1945 per i detenuti rilasciati solo gradualmente, dopo l'edificio deve essere stato disinfestato con lo Zyklon B. Ciò spiegherebbe la
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saturazione relativamente alta con tracce di HCN nell'edificio tenuto chiuso, ma non sbarrato. E' comunque sbagliato confrontare l'alta concentrazione di questa sala con le esigue tracce di cianuri degli impianti di sterminio dei crematori I/V " (pp.64-65).

In realtà Leuchter ha prelevato il campione di riferimento non già nella Zentralsauna, BW 32, che effettivamente non aveva camere a gas ad acido cianidrico, ma nella camera a gas (Gaskammer) a Zyklon B dell'Entlausungsanlage (impianto di disinfestazione) BW 5a. Le argomentazioni successive di Werner Wegner, essendo fondate su questo falso presupposto (ignoranza o malafede?), sono completamente infondate.
6) La sesta argomentazione di Werner Wegner è quella della solubilità dei cianuri a causa degli agenti atmosferici:

"Ora, dopo 45 anni, come ci si potrebbe aspettare che esistano ancora rilevanti tracce di HCN in ruderi murari esposti alla pioggia, alla neve, al vento e alla differenza di temperatura?" (p.65).

Come ho già accennato, le installazioni di disinfestazione BW 5a e 5b presentano ampie macchie di azzurro di Prussia anche sui muri esterni, esposti anch'essi per 45 anni alla pioggia, alla neve, al vento e alla differenza di temperatura, perciòl'argomento di Werner Wegner non ha alcun valore. E' noto del resto che il ferrocianuro ferrico o azzurro di Prussia "è insolubile in acqua e in acidi diluiti" (65).
7) Leuchter attribuisce la presenza di tracce di cianuri rilevati nelle rovine dei crematori III, IV e V a gasazioni di disinfestazione con lo Zyklon B. Werner Wegner respinge questa spiegazione e commenta incredibilmente:

"Quanto questo tentativo di spiegazione sia problematico risulta dal fatto che anche nel crematorio III furono rilevate tracce di HCN, sebbene non ci sia stata nessuna ragione per disinfestare ancora un cumulo di macerie" (p.65).

Come se Leuchter non si fosse riferito alla gasazione delle camere mortuarie di questo crematorio prima della sua distruzione, ma alla gasazione delle sue macerie!
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"8) Le pareti delle camere a gas non potevano assorbire (absorbieren) intensivamente i vapori che si sviluppavano nelle gasazioni, perché potenti aspiratori li avevano aspirati in breve tempo" (p.65).
Cio, come ho già rilevato, è in contraddizione con la lunghissima durata delle gasazioni supposta da Josef Bailer.

"9) Leuchter non puòneppure spiegare perché in ciascuno dei crematori II/III erano costruiti due grandi locali sotterranei. Poiché egli da un lato contesta che vi furono gasati degli uomini, dall'altro ha presuntamente rilevato tracce di acido cianidrico perfino nella sala spogliatoio del crematorio II (66), è giunto all'ipotesi che questi locali possano essere stati utilizzati per la disinfestazione di tessuti" (p.65).

Se Werner Wegner avesse letto gli scritti di Pressac, saprebbe che i crematori II e III furono progettati e costruiti come normali crematori con due camere mortuarie seminterrate. Circa i residui di cianuri rinvenuti nelle rovine dei crematori III, IV e V, egli qui attribuisce a Leuchter un'altra spiegazione che non è quella da lui proposta (la gasazione con Zyklon B delle rispettive camere mortuarie).
Altre obiezioni di Werner Wegner sono non meno sorprendenti.
In una ipotetica camera a gas omicida, Leuchter calcola una superficie di 0,836 m2 a persona "per la circolazione del gas". Wegner menziona una disposizione dell'Ordinanza sulla costruzione e sul funzionamento delle tramvie del 31 agosto 1965 nella quale la superficie occupata da una persona di 65 kg in piedi è calcolata a 0,125 m2, indi conclude che l'affermazione di Leuchter è infondata (pp.59-60). L'obiezione sarebbe valida se l'ordinanza summenzionata concernesse la gasazione di uomini in piedi nei tram! Werner Wegner avrebbe dovuto dimostrare che in una camera a gas omicida per la circolazione dei vapori di acido cianidrico non sono necessari 0.836 m2 per vittima, non già che una persona in piedi di 65 kg occupa una superficie di 0,125 m2, che è tutt'altra cosa.
Leuchter inoltre, assumendo per ipotesi la realtà delle gasazioni omicide, ha calcolato un tasso settimanale di 94 gasati e di 126
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cremati nel crematorio I, di 278 gasati e di 315 cremati in ciascuno dei crematori II e III. Werner Wegner commenta:

"Anche qui non viene spiegato perché furono cremati più cadaveri di quanti uomini fossero stati gasati " (p.61).

Questa argomentazione è veramente incredibile: Werner Wegner pensa realmente che la capacità dei forni crematori dovesse essere perfettamente adeguata a quella delle presunte camere a gas omicide? E tutti i detenuti morti di morte cosiddetta naturale -- di malattie, di privazioni, di stenti -- dove avrebbero dovuto essere cremati?

3. JEAN-CLAUDE PRESSAC.
Jean-Claude Pressac è autore di due articoli sul rapporto Leuchter che sono stati pubblicati nella raccolta di saggi Truth prevails (67), di cui rappresentano la punta di diamante. Sarebbe senza dubbio ingiusto accomunare Pressac ai Wellers, ai Bailer, ai Wegner e ad altra gente di tale risma, tuttavia non si puònon rilevare che tanto sono esatti i suoi rilievi architettonici, altrettanto sono inesatte le sue obiezioni tecniche, a cominciare dalla sua confutazione della prova chimica di Leuchter:


"Una concentrazione di gas cianidrico di 0,3 g[rammi]/m3 (dose letale) è immediatamente mortale per l'uomo, mentre, per distruggere i pidocchi, è necessaria una concentrazione di 5 g/m3 applicata per almeno due ore. Se si mantiene questa concentrazione (5 g/m3) per sei ore, tutti gli insetti sono annientati [dati della Degesch]. A Birkenau la dose versata nelle camere a gas omicide era 40 volte letale (12 g/m3). Poi era provocata l'aerazione o azionata la ventilazione. Indi veniva l'incenerimento dei cadaveri, che durava
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24 ore (nei crematori II e III). Il tempo di contatto dell'HCN con i muri delle camere a gas omicide non superava una decina di minuti al giorno ad una temperatura inferiore a 30C. Nelle camere di disinfestazione dei vestiti era utilizzata una concentrazione minima di 5 g/m3 per parecchi cicli quotidiani la cui durata variava in funzione del tempo di contatto scelto. Questa saturazione cianidrica per 12-18 ore al giorno era rafforzata dal calore sviluppato da stufe (situate nella camera) che fornivano una temperatura di 30C. I muri erano impregnati di HCN almeno 12 ore al giorno , il che comportava in situ la formazione di un colorante, l'azzurro di Prussia o ferrocianuro potasso-ferrico di composizione variabile in funzione delle condizioni di ottenimento" (69).

Nelle camere a gas di disinfestazione sprovviste di impianto di circolazione di aria calda (Degesch-Kreislauf) si usavano di norma da 20 a 30 g/m3 di acido cianidrico, per un tempo variabile da 3/4 d'ora a 3 ore, a seconda della temperatura (70). Ho già spiegato in che modo Pressac abbia calcolato la concentrazione di gas di 12 g/m3 nelle camere a gas omicide; la concentrazione di 20 g/m3 , secondo il calcolo di Pressac, per il Leichenkeller 1 dei crematori II e III corrisponderebbe a circa 10 kg di Zyklon B, che rappresenta il valore massimo indicato da Rudolf Höss in condizioni atmosferiche sfavorevoli. E' curioso che mentre taluni critici ritengono che le SS dosassero con estrema parsimonia lo Zyklon B, il che sarebbe anche ragionevole, perché, soprattutto nel 1944, il prodotto cominciava a scarseggiare (71), Pressac, sulla base di Höss, ritiene credibile che esse ne usassero quantitativi enormi: nessuno ha ancora spiegato per quale ragione, mentre nelle camere a gas americane, per ragioni "umanitarie", si usava una concentrazione di HCN 12 volte superiore a quella rapidamente mortale, nelle
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presunte camere a gas omicide, dove le ragioni "umanitarie" non esistevano affatto, fossero necessarie concentrazioni 40-67 volte superiori.
Per quanto concerne le gasazioni nelle camere a gas di disinfestazione dei BW5a e 5b, i dati addotti da Pressac sono puramente ipotetici, non essendo suffragati da alcun documento; una cosa comunque è certa: la temperatura costante di 30C nelle camere di disinfestazione costituirebbe non già un vantaggio, bens"un ostacolo alla formazione del ferrocianuro ferrico, la cui condizione preliminare è la condensazione dei vapori di HCN e il loro adsorbimento o assorbimento sulla superficie delle pareti; il chimico tedesco Germar Rudolf, che ha studiato approfonditamente le reazioni di formazione del ferrocianuro ferrico, le riassume in questa sequela:
a. adsorbimento/assorbimento dell'acido cianidrico
b. dissociazione dell'HCN in CN- e H+
c. combinazione [Komplexierung] di Fe3+ in [Fe(CN)6]3-
d. riduzione del [Fe(CN)6]3- a [Fe(CN)6]4-
e. precipitazione con Fe3+ come Fe4[Fe(CN)6]3, azzurro di Prussia.
La velocità di formazione del pigmento dipende dai seguenti fattori:
1. contenuto acqueo del mezzo reattivo
2. reattività del ferro
3. Temperatura
4. valore del pH.
La solubilità dell'HCN nell'acqua aumenta al decrescere della temperatura e va da una soluzione 0,065 molare a 30C a 0,2 molare a 0C (72).
Per confutare l'affermazione di Leuchter secondo cui il rinvenimento di tracce di cianuri nelle presunte camere a gas omicide dei crematori I,III,IV e V è da attribuire a gasazioni di disinfestazione di questi locali come camere mortuarie, Pressac ricorre all'argomentazione truffaldina già analizzata in precedenza della impossibilità di disinfettare un locale con acido cianidrico, perché esso " non possiede nessuna attività battericida o germicida" (73).
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Nel crematorio II Leuchter non ha trovato alcuna traccia di cianuri, sebbene, secondo Pressac, la locale camera a gas omicida sia stata la più usata del campo; lo storico francese commenta:

"L'assenza di cianuri deriverebbe dalla loro solubilizzazione (solubilisation) da parte delle acque piovane e di quelle della falda freatica" (74).

Ma, come ho già rilevato, anche questo argomento, per quanto concerne il ferrocianuro ferrico, è infondato.

4. TILL BASTIAN.

Till Bastian si sofferma a lungo sul rapporto Leuchter (75), riferendosi alle argomentazioni di "tre scienziati":

"Finora tre scienziati, l'uno indipendentemente dall'altro e partendo da punti di vista diversi, hanno fornito una critica fondata degli errori e delle contraddizioni del "Rapporto Leuchter": la più sistematica è quella del farmacologo e tossicologo francese Jean Claude Pressac che nel 1993 ha pubblicato ancora un'appendice ai risultati delle sue ricerche; e poi quelle del francese Georges Wellers e del tedesco Werner Wegner. Se c'è ancora qualcuno che possa essersi lasciato fuorviare dalla compilazione pseudoscientifica della perizia Leuchter, dopo aver letto questi autori si renderà presto conto della sua assoluta inconsistenza interna" (76).

Per quanto riguarda il primo "scienziato", il "farmacologo e tossicologo" Pressac è in realtà un semplice farmacista, ed è chiaro che Till Bastian non ha neppure letto i suoi libri cui rimanda: nell' "appendice" del 1993, Leuchter non è neppure menzionato e nel libro del 1989 è menzionato solo di sfuggita: l'unico scritto dedicato da Pressac alla confutazione del rapporto Leuchter, l'articolo già citato Les carences et incohérences du "rapport Leuchter" Till Bastian lo ignora.
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Forse è più probabile che si ricreda chi si è lasciato fuorviare dalle critiche pseudoscientifiche di questi esperti. Agli argomenti di costoro, Till Bastian ne aggiunge qualcuno in proprio. Egli scrive che

"una camera a gas negli USA deve essere preriscaldata prima di qualsiasi esecuzione perché l'acido cianidrico (Zyklon B) passa allo stato aeriforme soltanto a una temperatura ambiente di 26 Celsius. Ad Auschwitz peròi nazisti pigiavano nelle loro camere a gas tante di quelle persone che bastava la loro temperatura corporea a ottenere la temperatura necessaria!" (79) (pp.82-83).

E' evidente che Till Bastian non ha la più pallida idea di come vengano eseguite le esecuzioni nelle camere a gas americane: a quanto pare, egli crede seriamente che esse vengano effettuate mediante Zyklon B! In queste camere a gas l'acido cianidrico si sviluppa invece dalla reazione chimica tra cianuro di sodio e acido solforico: 2 NaCN + H2SO4 = 2HCN + Na2SO4; questa reazione è esotermica, cioè avviene con produzione di calore, perciònel locale è necessario mantenere una temperatura superiore al punto di ebollizione dell'acido cianidrico (25,7 C) soltanto per impedire la condensazione della miscela gasosa.
Till Bastian pensa inoltre che "l'acido cianidrico (Zyklon B) passa allo stato aeriforme soltanto a una temperatura ambiente di 26 Celsius", ma anche ciòè inesatto, perché l'evaporazione dell'acido cianidrico avviene anche a temperature inferiori a 0C. Nel corso delle esperienze pratiche di disinfestazione di caserme con Zyklon eseguite in Germania a cavallo tra il 1940 e il 1941 con temperature dei locali da -4 a -8C risultòinfatti che "in tutti i casi lo sviluppo del gas si è verificato essenzialmente dopo una o al massimo dopo due ore" (80). Naturalmente alla temperatura di ebollizione il processo di vaporizzazione dell'acido cianidrico è molto più rapido.
Con queste precisazioni, è vero che ad Auschwitz, in una ipotetica camera a gas omicida, il calore emanato dai corpi delle vittime avrebbe sopperito al fabbisogno di calore per la vaporizzazione dell'acido
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cianidrico, ma, per la verità, io ho già formulato questa obiezione e con un fondamento scientifico ben più solido. Al riguardo ho rilevato:

"Il corpo di un adulto fermo, in piedi, produce 1,72 Kcal al minuto (81);1.800 corpi producono dunque 3.096 Kcal al minuto. Il calore di vaporizzazione dell'acido cianidrico è di -6,67 Kcal/mole; poiché il suo peso molecolare è di 27,03, il calore di vaporizzazione di 6 kg di acido cianidrico è di (6.000 x 6,67) : 27,03 = 1.480 Kcal, meno della metà del calore prodotto da 1.800 corpi in 1 minuto" (82).

L'argomentazione di Leuchter è senza dubbio errata, ma la confutazione proposta da Till Bastian, pur essendo sostanzialmente corretta, assume come validi dei presupposti parimenti errati.
A sostegno di questa "prova tecnica" insensata, Till Bastian adduce anche una "prova storica":

"Di una delle loro prime operazioni criminali, che ebbe luogo il 3 settembre 1941 nello scantinato del Blocco 11 e costòla vita a 850 persone, c'è la testimonianza del caporapporto Palitzsch, il quale afferma che quando la mattina del giorno dopo, protetto da una maschera antigas, apri le porte delle celle, trovòalcuni prigionieri ancora in vita" (83) [corsivo mio].

In realtà questa "testimonianza" non esiste. Nella sua profonda ignoranza storica della tematica in cui ha voluto cimentarsi, Till Bastian confonde con la testimonianza dell'ex detenuto Michal Kula su Palitzsch. Per quanto concerne la veridicità di questo testimone e della storia della prima gasazione omicida esposta nel Kalendarium di Auschwitz (84) , rimando al mio studio Auschwitz. La prima gasazione (85), del quale riporto il paragrafo dedicato alle manipolazioni operate a questo riguardo da Danuta Czech (86).
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Con riferimento al crematorio dello Stammlager, Till Bastian obietta ancora che

"l'ingegnere statunitense afferma inoltre che questo crematorio non aveva porte a chiusura stagna come tutti gli altri crematori; ma se avesse cercato più attentamente nell'archivio di Auschwitz, avrebbe potuto facilmente trovare gli ordinativi di questo tipo di porte" (87).

In realtà Leuchter non avrebbe trovato nulla anche se avesse cercato "più attentamente", perché negli archivi del Museo di Auschwitz questi "ordinativi" non esistono affatto.
Till Bastian adduce poi un argomento che non è presentato da nessuno dei tre "scienziati" summenzionati:

"Merita di essere ricordata anche la circostanza che le SS incaricarono appositamente la ditta produttrice dello Zyklon B usato nelle camere a gas di Auschwitz, la Degesch (Deutsche Gesellschaft für Schädlingsbekämpfung [Industria per la produzione di antiparassitari]) che ne aveva il monopolio, di depurare il materiale della sostanza aromatica che è componente specifica dello Zykon B usato come antiparassitario ed è prescritta da norme precise, a evitarne l'uso improprio. Perché mai doveva essere necessaria una misura del genere se lo Zyklon B, come sostengono Leuchter e altri, ad Auschwitz veniva usato non per le camere a gas ma come disinfettante, per lo "spidocchiamento" ecc.?". (88)

Questa argomentazione, essendo fondata su falsi presupposti, non ha alcun valore.
Lo Zyklon B conteneva una sostanza avvisatrice, il bromoacetato di etile (89), ancora in uso durante la guerra (90) -- che, con la sua azione irritante, avvertiva della presenza dell'acido cianidrico (91).
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L'aggiunta di questa sostanza era una prassi industriale (92) e la legge la prescriveva obbligatoriamente soltanto per la gasazione di edifici che facevano parte di un isolato (93) , non certo "a evitarne l'uso improprio", ma per prevenire disgrazie . La produzione di Zyklon B senza sostanza avvisatrice non aveva nulla di sinistro; la sentenza del processo Peters ammette esplicitamente che la Degesch, per la gasazione di sostanze sensibili all'odore (viveri, tabacco ecc.), consegnò Zyklon B senza sostanza avvisatrice, il che era indicato sull'etichetta dei barattoli; che durante la guerra il quantitativo di sostanza avvisatrice fu ridotto per ragioni di scarsità e che la ditta Tesch und Stabenow forn "Zyklon B senza sostanza avvisatrice anche al parco sanitario dell'esercito di Berlino-Lichterfeld e la Degesch a Orianenburg, "dove non ci furono uccisioni con lo Zyklon" (94).

La "circostanza" che le SS incaricarono appositamente la Degesch di produrre Zyklon B senza sostanza avvisatrice è il travisamento di una storia riferita da Gerhard Peters (ex direttore della Degesch) nel suo affidavit del 27 ottobre 1947. Egli racconta che durante la guerra il dottor Mrugowski (capo dell'Ufficio Sanità delle SS) gli ordinòdi recarsi a Berlino da Kurt Gerstein per un incarico coperto dal segreto di Stato. Gerstein gli comunicò che, su ordine di Himmler, venivano uccisi con acido cianidrico criminali, malati incurabili e minorati mentali, i quali subivano sofferenze inutili a causa della sostanza avvisatrice contenuta nello Zyklon B; Gerstein voleva rendere più "umana" la morte dei condannati usando acido cianidrico liquido, ma il dottor Peters, non sapendo come procurarselo, decise di produrre Zyklon B senza sostanza avvisatrice (95).
Questa storia non è confermata da alcun documento; con certezza si sa soltanto che, delle 12 fatture emesse dalla Degesch a nome di
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Kurt Gerstein tra il 30 aprile e il 18 maggio 1944 per complessivi 2.370 kg di Zyklon B senza sostanza avvisatrice, 6, per un totale di 1.185 kg, si riferiscono ad Auschwitz, le altre 6, relative ai restanti 1.185 kg, a Oranienburg (96), "dove non ci furono uccisioni con lo Zyklon B".
La produzione di Zyklon B senza sostanza avvisatrice dipese a mio avviso dalla scarsezza di sostanza avvisatrice durante la guerra e, ancor più, dalle esperienze acquisite dalla scuola di disinfettori di Oranienburg, secondo le quali, sia attraverso le mancanze di tenuta delle maschere antigas, sia durante le ventilazioni si percepiva sempre l'odore caratteristico dell'acido cianidrico, mai la sostanza irritante (97), che dunque era inutile.

 

5. A TITOLO DI ESEMPIO: UNA OBIEZIONE SCIENTIFICA AL RAPPORTO LEUCHTER.

Leuchter ha messo in evidenza i pericoli dell'impiego di acido cianidrico nei crematori di Auschwitz-Birkenau con questa argomentazione:

"Non solo il gas (98) non è immediato, ma esiste sempre un rischio di esplosione. La miscela gassosa totale è generalmente al di sotto del limite inferiore di esplosività della miscela gas-aria di 0,32% (poiché la miscela normalmente non dovrebbe superare le 3.200 ppm) (99), ma la concentrazione del gas nel generatore (o, nel caso dello Zyklon B, nel supporto inerte) è molto più grande e puòanche essere del 90-99% in volume. Questo è quasi acido cianidrico puro e
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in questa condizione (100) può esistere in certi momenti in sacche nella camera" (101).

Jean-Claude Pressac obietta:

"I limiti di infiammabilità nell'aria per l'HCN sono dal 5,6% (minimo) al 40% (massimo) in volume. Ciòsignifica che al contatto con una fiamma c'è esplosione se la concentrazione di acido cianidrico con l'aria è compresa tra 67,2 g/m3 e 480 g/m3. Al di sotto di 67,2 g/m3 non c'è alcun rischio; al di sopra di 480 g/m3 neppure, perché non resta abbastanza ossigeno per provocare una infiammazione (102). Le SS utilizzavano dosi di 5g/m3 per disinfestare e di 12 g/m3 per uccidere, dosi largamente al di sotto del limite di 67,2 g/m3. I loro crematori e le loro camere a gas non potevano perciò esplodere" (103).

Ma questo è appunto ciòche ha detto Leuchter. Resta da vedere se queste eventuali sacche di miscela esplosiva avrebbero rappresentato un reale pericolo.
A questo argomento si possono opporre almeno quattro obiezioni:
1) I massimi specialisti tedeschi della disinfestazione con acido cianidrico hanno sempre escluso nell'uso pratico il pericolo di esplosione. Ad esempio, Gerhard Peters, una delle massime autorità tedesche degli anni Trenta e Quaranta in questo campo, scrive al riguardo in un manuale tecnico.

"Infatti, dal fatto che una miscela gas-aria sia esplosiva, non si deve dedurre senz'altro che il suo impiego comporti in ogni caso rischi di esplosione. Non appena la concentrazione necessaria è notevolmente al di sotto del limite inferiore di esplosività, non si parla più di un rischio di esplosione, come risulta nel caso dell'acido cianidrico" (104).

[214]
Egli rileva che l'acido cianidrico era usato a scopo di disinfestazione in concentrazioni di 10-20 g/m3 e conclude:

"Il limite inferiore di esplosività dell'acido cianidrico è già sufficientemente alto per escludere qualunque pericolo di esplosione nei lavori pratici di gasazione" (105).

2) Se l'impiego di un gas comportava un rischio di esplosione, il gas veniva usato ugualmente. Alcuni gas, come il T-Gas, venivano impiegati normalmente a scopo di disinfestazione in concentrazioni prossime al limite inferiore di esplosività, altri, come il solfuro di carbonio (Schwefelkohlenstoff) in concentrazioni addirittura superiori (50-100 g/m3; il limite inferiore di esplosività è di 34 g/m3) (106). In questi casi il rischio di esplosione esisteva concretamente, ma le gasazioni venivano eseguite ugualmente. C'erano infatti delle norme di sicurezza molto rigorose che, nella prassi delle gasazioni, consentivano di scongiurare qualunque rischio di esplosione. Nel caso del T-Gas, ad esempio, queste norme si articolavano in 19 punti (107). Per l'acido cianidrico non esisteva nessuna normativa di sicurezza di questo tipo.
3) Il progetto di una "camera a gas semplice" (einfache Gaskammer) prevedeva la presenza di una stufa elettrica all'interno del locale (108). Nelle camere a gas a Zyklon B degli impianti di disinfestazione BW5a e 5b di Birkenau erano installate tre stufe a carbone, che sono ancora visibili nella camera a gas del BW5b.
4) Durante una gasazione, le stufe potevano essere accese senza rischio di esplosione. Un altro esperto di acido cianidrico, R.Queisner, scrive testualmente sulla base di esperimenti pratici eseguiti presso la Scuola per disinfettori delle Waffen-SS di Oranienburg:

"Quando ci sono temperature esterne fredde, è meglio
[215]
lasciare bruciare le stufe durante la gasazione (die ÷fen während der Vergasung brennen zu lassen) e accollarsi le perdite di acido cianidrico causate da una parziale aspirazione del gas nel camino, oppure si devono far spegnere le stufe per chiuderle ermeticamente e rinunciare cosi all'alta temperatura del locale durante la gasazione? Dalle nostre osservazioni risulta che è meglio lasciar bruciare le stufe, purché non ci sia vento" (109).


Questo è appunto un esempio di argomentazione scientifica che si puòopporre al rapporto Leuchter, ma perfino in questo caso relativamente semplice né Pressac né i suoi emuli sono stati capaci di andare al di là di una superficialità dilettantistica.
Una critica scientifica del rapporto Leuchter attende ancora di essere scritta.

 

NOTE

1) "Le monde juif", n. 127, juillet-septembre 1987.
2) Op.cit., pp.130-139.
3) "Le monde juif", N134, avril-juin 1989, pp.45-53.
4) Qui est Faurisson, art.cit., p.111.
5) Ibidem, p.112.
6) Ibidem, p.114.
7) Georges Wellers, La Solution Finale et la Mythomanie-Néo-Nazie, op.cit., p.4.
8) Georges Wellers, Les chambres à gaz ont existé, op.cit., p.135.
9) Ciò risulta da qualunque manuale scientifico, come: G.Melino, Lineamenti di Igiene del Lavoro. Società Editrice Universo, 1977, p.219; Michele Giua-Clara Giua Lollini, Dizionario di chimica generale e industriale, op. cit., , vol.I, p.313; anche l'opera classica di Ferdinand Flury, Franz Zernik, Schädliche Gase, Dämpfe, Nebel, Rauch- und Staubarten. Verlag von Julius Springer, Berlin 1931, dà il valore di 8 litri per un adulto in piedi (p.29).
10) Les chambres à gaz ont existé, op.cit., pp.135-136.
11) Ibidem, p.136.
12) NI-034.
13) NI-036. La quantità summenzionata , "de 5 à 7 kilos par 1.500 personnes", appare anche nel Bréviaire de la Haine di Léon Poliakov, opera che Wellers non poteva ignorare (p.235 dell'edizione Calmann-Levy del 1979 "confome à l'édition originale de 1951-1960" [p.XIII]).
14) Les chambres à gaz ont existé, op.cit., p. 136.
15) Qui est Faurisson?, art.cit., pp.113-114.
16) Jean-Claude Pressac, Technique and Operation of the Gas Chambers, op.cit., p.286.
17) Ibidem, p.285 e 324.
18) Ibidem, p. 475.
19) Edizioni La Sfinge, Parma 1987, p.38.
20) J.-C.Pressac, Les carences et les incohérences du 'Rapport Leuchter'. Jour J, 1988, p.III.
21) Michele Giua e Clara Giua-Lollini, Dizionario di chimica generale e industriale, op. cit., vol.I, pp. 312-313 (voce "Aggressivi chimici di guerra").
22) F.Flury, F.Zernik, Schädliche Gase, Dämpfe, Nebel, Rauch- und Staubarten, op.cit., p.453 e 454.
23) Milligramme/Minute, milligrammi/minuto.
24) Gramme/Stunde, grammi/ora.
25) G. Peters, Chemie und Toxikologie der Schädlingsbekämpfung, Stuttgart 1942, p.58.
26) Robert Lensky, The Holocaust on Trial. The Case of Ernst Zündel. Reporter Press 1989, p.391.
27) Ciò non significa che il suo corpo assorba [(8 x 3500 x 4): 1.000] = 112 mg di acido cianidrico, ma che il gas impiega qualche minuto per diffondersi nel locale e raggiungere la concentrazione immediatamente mortale.
28) Les chambres à gaz ont existé, op.cit., p.136.
29) A propos du "rapport Leuchter, art. cit., p. 46.
30) Cfr. Nationalsozialistische Massentötungen durch Giftgas, op.cit., p.283. I capitoli VII e IX di quest'opera sono stati redatti da Wellers.
31) Qui est Faurisson?, art.cit., p. 114.
32) G.Peters, Die Verdunstung als unentbehrliches Mittel der Schädlingsbekämpfung mit Gasen. Zeitschrift für hygienische Zoologie und Schädlingsbekämpfung, 1940, p.116.
33) H.W.Frickhinger, Schädlingsbekämpfung für Jedermann. Helingsche Verlagsanstalt, Leipzig 1942, p.206.
34) A.Soldi e A.Regé, Contributo al problema della produzione di acido cianidrico gassoso. Estratto dagli "Annali di chimica applicata", vol. 22, fasc. 10, Roma 1932, p.703.
35) Amoklauf gegen die Wirklichkeit. NS-Verbrechen und "revisionistische" Geschichtsschreibung. Herausgeber: Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes. Bundesministerium für Unterricht und Kunst. Wien 1991. Cito dalla seconda edizione del 1992.
36) An engineering report on the alleged execution gas chambers at Auschwitz, Birkenau and Majdanek Poland. Prepared for Ernst Zündel. April 5, 1988 by Fred A. Leuchter, Jr. Chief Engineer. Fred A. Leuchter, Associates, 231 Kennedy Drive Unit # 110, Boston, Massachusetts 02148. Il rapporto, compresi i documenti, consta di 188 pagine non numerate.
37) The Leuchter Report. The End of a Myth. An Engineering report on the alleged execution gas chambers at Auschwitz, Birkenau and Majdanek, Poland. Revisionist and Historical Video Tapes. Audio Tapes and Books. David Clark. P.O. Box 726, Decatur, Alabama 35602 USA.
38) The Leuchter Report. The First Forensic Examination of Auschwitz. Focal Point Publications, London 1989.
39) The Leuchter Report, op.cit., pp.43-51 (piante) 60-92 (certificati) [numerazione mia].
40) I passi ai quali si riferisce Josef Bailer non esistono nell'edizione originale del rapporto Leuchter.
41) Mi riferisco alle camere a gas della baracca Bad und Desinfektion I, che sarebbero state usate anche come camere a gas omicide. [Ispezione personale].
42) G. Zimmermann (Hg.), Bauschäden Sammlung. Bd.IV, Forum-Verlag, Stuttgart 1981, p. 120 ssgg.
43) Germar Rudolf, Leuchter Gegengutachten: ein wissenschaftliche Betrug? In: "Deutschland in Geschichte und Gegenwart", 43.Jg.,Nr.1, März 1993, p.23.
44) J.-C.Pressac, Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers, op.cit., p.200.
45) J.-C.Pressac, Les crématoires d'Auschwitz, op.cit., p.67; trad. it. Le macchine dello sterminio, op.cit., p.77.
46) P.Piper, in: Auschwitz, Reinbeck bei Hamburg 1980, p.118 ssgg. Citato da J.Bailer nella nota 11 a p.49. Di quest'opera tradotta dal polacco sono in possesso della traduzione in francese; F.Piper afferma che per le gasazioni omicide si usavano da 6 a 12 kg (*) di Zyklon B e che esse duravano 20 minuti. J.Buszko (Editore), Auschwitz. Camp hitlérien d'extermination. Editions Interpress, Varsovie 1978, p.125.
(*) 12 kg di Zyklon B, nel caso esaminato sopra, corrispondono ad una concentrazione teorica di HCN di 29 g/m3, che è 97 volte superiore a quella immediatamente mortale!
47) Uwe Backes, Eckhard Jesse, Reiner Zitelmann (Hrsg.), Die Schatten der Vergangenheit. Impulse zur Historisierung des Nationalsozialismus. Propyläen, Frankfurt am Main-Berlin 1990, pp.450-476. L'articolo di Werner Wegner è stato pubblicato dalla stessa casa editrice anche come opuscolo (Sonderdruck con lo stesso titolo, senza data).
48) Betriebsvorschrift des koksbeheizten Topf-Doppelmuffel-Einäscherungsofen, 26 settembre 1941. APMO, BW11/1, p.3; Betriebsvorschrift des koksbeheizten Topf-Dreimuffel-Einäscherungsofen, 11 marzo 1943. Fotocopia in: M.Nyiszli, Médecin à Auschwitz. Souvenirs d'un médecin déporté, traduit et adapté du hongrois par Tibère Kremer. Julliard, Paris 1961. Appendice.
49) Sulla struttura e il funzionamento dei forni Topf di Auschwitz-Birkenau vedi il già citato articolo Die Krematoriumsöfen von Auschwitz-Birkenau, in: Grundlagen zur Zeitgeschichte, op.cit., pp.291-296.
50) Termine tecnico errato con il quale Wegner indica le muffole o camere di cremazione.
51) Reimund Schnabel, Macht ohne Moral. Eine Dokumentation über die SS. Röderberg-Verlag, Frankfurt/Main 1957, p. 346.
52) Staatsarchiv Weimar, LK 4651.
53) "Jeden Abend muss der Generatorrost von den Koksschlaken befreit und die Asche herausgenommen werden".
54) APMO, BW 30/7/34, p.54, Aktenvermerk del 17 marzo 1943.
55) Wilhelm Heepke, Die Kadaver-Vernichtungsanlagen. Verlag von Carl Marhold. Halle a.S. 1905, p.43.
56) Nella lettera della Topf del 14 luglio 1941 risulta una durata della cremazione di 33-40 minuti per muffola. Il primo valore è da considerare del tutto eccezionale; il secondo era praticamente ottenibile (e fu ottenuto a Gusen) con l'ausilio di un impianto di tiraggio aspirato (Saugzuganlage), ma i forni di Birkenau erano sprovvisti di tali impianti. La minore durata rispetto a quella del forno Kori per la cremazione di carogne animali dipende proprio dal fatto che la cremazione di un singolo cadavere alla volta poteva essere eseguita con una conduzione del forno migliore rispetto ad una cremazione in massa.
57) Vedi Die Krematoriumsöfen von Auschwitz-Birkenau, art.cit., pp.303-304.
58) TCIDK, 502-1-314, p.14a. Il documento non parla di cadaveri, ma di persone!
59) 35 kg/h x 10 gasogeni per 24 ore = 8.400 kg in 24 ore.
60) 35 kg/h x 4 gasogeni x 24 ore = 3.360 kg in 24 ore.
61) Die Krematoriumsöfen von Auschwitz-Birkenau, op.cit, pp. 296-297.
62) Auschwitz. Camp hitlérien d'extermination, op.cit., p.124.
63) Brigitte Bailer-Galanda, Wolfgang Benz und Wolfgang Neugebauer (Hg.), Wahrheit und Auschwitz-Lüge. Zur Bekämpfung "revisionistischer" Propaganda. Im Auftrag des Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes. Wiener Verlag, Himberg bei Wien 1995.
64) Grundlagen zur Zeitgeschichte, op.cit.
65) M.Giua, Dizionario di chimica generale e industriale, op.cit. , vol.II, p.258.
66) In realtà Leuchter non ha fatto alcun prelievo in questo locale, il Leichenkeller 2.
67) Shelly Shapiro (Ed.), Truth Prevails. Demolishing Holocaust Denial: the end of "The Leuchter Report". Published by The Beate Klarsfeld Foundation, New York 1990: The Deficiencies and Inconsistencies of "The Leuchter Report", pp.31-60, e Additional Notes: Leuchter's Videotape: A Witness to Fraud, pp.61-73. Il primo articolo era già apparso in Francia con il titolo Les carences et incohérences du "Rapport Leuchter". Jour J, dicembre 1988.
68) Nel testo americano questa concentrazione è di 12-20 g/m3: Truth prevails, op.cit., p.36.
69) Les carences et incohérences du "Rapport Leuchter", art.cit., pp.III-IV; Truth prevails, op.cit., pp.36-38.
70) F.Puntigam, H.Breymesser, E.Bernfus, Blausäure zur Fleckfieberabwehr. Grundlagen, Planung und Betrieb. Sonderveröffentlichung des Reichsarbeitsblattes, Berlin 1943, p.31.
71) La fabbrica di Dessau sub"gravi danni in conseguenza dell'attacco aereo alleato il giorno della Pentecoste del 1944. Schwurgericht in Franfurt am Main, Sitzung vom 27.Mai 1955, in: C.F.Rüter, Justiz und NS-Verbrechen, op. cit., Bd.XIII, p.109.
72) Germar Rudolf, Gutachten über die Bildung und Nachweisbarkeit von Cyanidverbindungen in den "Gaskammern" von Auschwitz. Rüdiger Kammerer -- Armin Solms (Hg.), Cromwell Press, London 1993, p.40 e 42.
73) J.-C.Pressac, Les carences et incohérences du "Rapport Leuchter", art.cit., p.IV; Truth prevails, op.cit., p.38.
74) Ibidem, p.V, Truth prevails, op.cit., p.41.
75) Till Bastian, Auschwitz e la "menzogna su Auschwitz", op.cit., pp.78-92.
76) Ibidem, p.85.
77) Si tratta del già citato Les crématoires d'Auschwitz. La machinerie du meurtre de masse.
78) Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers, op. cit.
79) Till Bastian, Auschwitz e la "menzogna su Auschwitz", op. cit., pp.82-83.
80) G.Peters und W.Rasch, Die Einsatzfähigkeit der Blausäure-Durchgasung bei tiefen Temperaturen. In: "Zeitschrift für hygienische Zoologie und Schädlingsbekämpfung", 1941, p.136.
81) F.Flury,F.Zernik, Schädliche Gase, Dämpfe, Nebel,Rauch- und Staubarten, op.cit., p.29.
82) Carlo Mattogno, Auschwitz: Fine di una leggenda, op.cit., p.59.
83) Till Bastian, Auschwitz e la "menzogna di Auschwitz", op.cit., p.83.
84) Danuta Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau, op.cit.
85) Edizioni di Ar, 1992.
86) Vedi capitolo VI.
87) Till Bastian, Auschwitz e la "menzogna su Auschwitz", op. cit., p.84.
88) Ibidem.
89) Otto Lenz/Ludwig Gassner, Schädlingsbekämpfung mit hochgiftigen Stoffen, op.cit.,p.10.
90) R.Queisner, Erfahrungen mit Filtereinsätzen und Gasmasken für hochgiftige Gase zur Schädlingsbekämpfung. In: "Zeitschrift für hygienische Zoologie und Schädlingsbekämpfung", 1943, p.190.
91) Il bromoacetato di etile era un aggressivo chimico di guerra. Al riguardo il Giua scrive:"E' un aggressivo chimico importante, che agisce come lacrimogeno o come tossico. La sua azione specifica è peròquella lacrimogena" (Dizionario di chimica generale e industriale, op.cit., vol.I, p.321).
92) Vedi al riguardo G.Peters, Blausäure zur Schädlingsbekämpfung, Verlag von Ferdinand Enke, Stuttgart 1933, pp.61-63.
93) Verordnung zur Ausführung der Verordnung über die Schädlingsbekämpfung mit hochgiftigen Stoffen. Vom 25. März 1931. "Reichsgesetzblatt", 1931, Nr.12, Teil I, ß 10, p.84.
94) Schwurgericht des Landgerichts Frankfurt am Main, Sitzung vom 27. Mai 1955, in: C.F.Rüter, Justiz und NS-Verbrechen.vol. XIII, pp.108,122,123.
95) NI-12111.
96) PS-1553.
97) R.Queisner, Erfahrungen mit Filtereinsätzen und Gasmasken für hochgiftige Gase zur Schädlingsbekämpfung, art.cit., pp.190-191. Queisner riconduce questa osservazione sperimentale al fatto che il bromoacetato di etile ha un punto di ebollizione di 144C, contro i 25,7 dell'acido cianidrico, perciò ha una tensione di vapore superiore ed è conseguentemente meno volatile di questo (ibidem, p.191)
98) Intendi: lo sviluppo del gas.
99) 3.200 parti per milione, equivalenti a circa 3,5 g/m3 (concentrazione relativa alle camere a gas americane).
100) Cioè in questa concentrazione.
101) F.Leuchter, An Engineering Report on the Alleged Execution Gas Chambers at Auschwitz, Birkenau and Majdanek Poland, op.cit., 9.002.
102) I limiti di esplosività dell'HCN in aria a 20C sono di 5,4% = 60 g/m3 (limite inferiore) e di 46,6%=520 g/m3 (limite superiore). Cyanwasserstoff. Blausäure. Merkblatt M 002 12/89. Berufgenossenschaft der chemischen Industrie. Jedermann-Verlag, Heidelberg, p.6.
103) J.-C.Pressac, Les carences et incohérences du "Rapport Leuchter", art.cit., p.VI.
104) G.Peters, Die hochwirksamen Gase und Dämpfe in der Schädlingebekämpfung. Sammlung chemischer und chemisch-technischer Vorträge. Neue Folge. Heft 47a. Verlag von Ferdinad Enke in Stuttgart, 1942, p.103.
105) Ibidem, p.115.
106) Ibidem, p.103.
107) Walter Dötzer, Entkeimung, Entseuchung und Entwesung. Arbeitsanweisungen für Klinik und Laboratorium des Hygienes-Institutes der Waffen-SS, Berlin. Verlag von Urban und Schwarzenberg, Berlin und Wien 1943, pp.127-129 :"Arbeitsvorschrift für die Durchgasung von Gebäuden, Unterkünften usw. Mit T-Gas".
108) F.Puntigam,H.Breymesser,E.Bernfus, Blausäure zur Fleckfieberabwehr. Grundlagen, Planung und Betrieb, op.cit., p.29.
109) R.Queisner, Erfahrungen mit Blausäure bei Grossraumentwesungen. In: "Zeitschrift für hygienische Zoologie und Schädlingdbekämpfung", 1944, pp.131-132.

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Estratto del libro: Carlo Mattogno, Olocausto: Dilettanti allo sbaraglio, Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Deborah Lipstadt, Till Bastian, Florent Brayard et alii contro il revisionismo storico, Padova, Edizioni di Ar (via Fallopio, 83), 1996, 322 p.

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