Till Bastian è l'autore di un libro di divulgazione su Auschwitz intitolato Auschwitz und die "Auschwitz-Lüge". Massenmord und Geschichtsfälschung (1). La sua tesi di fondo è che i revisionisti presentano "apporti pseudoscientifici" che possono insinuare dubbi soltanto in coloro che "difettano di conoscenze precise" (p. 89 e 77). Ovviamente egli è in possesso di "conoscenze precise", tanto precise che a p.21 scambia il campo di Stutthof, in Polonia, con quello di Natzweiler-Struthof, in Francia, che egli sdoppia in Natzweiler e Struthof! Ma questo è nulla.
1. Mein Kampf e i gas asfissianti.
Till Bastian delinea anzitutto una sommaria Preistoria e storia della "soluzione finale" in cui riprende i peggiori temi della peggiore storiografia ufficiale di vent'anni fa:
"Sull'antisemitismo di Adolf Hitler nessuno ha mai potuto avere il minimo dubbio. Già nel suo Mein Kampf Hitler si era scagliato con estrema brutalità contro i "corruttori del popolo ebreo" [sic]. Già allora egli era convinto che se fossero stati ammazzati nel momento giusto -- e nell'occasione usòil termine "gas asfissianti"! -- la prima guerra mondiale avrebbe potuto esser vinta: "Eliminare al momento giusto dodicimila farabutti avrebbe salvato forse la vita a un milione di tedeschi per bene, preziosi per il futuro" (p. 9).
Già al processo di Norimberga, nell'udienza del 26 luglio 1946, Sir Hartley Shawcross dichiaròal riguardo:
"Nel "Mein Kampf" di Hitler -- la bibbia dei nazisti -- Hitler si è rammaricato che già nell'ultima guerra [la prima guerra mondiale: C.M.] non fosse stato impiegato gas tossico per lo sterminio degli Ebrei" (2).
[162]
La verità è stata ristabilita da uno storico specialista
del Mein Kampf non certo sospetto di simpatie revisioniste:
"Nel Mein Kampf e anche prima del 1939 Hitler non ha mai detto di voler sterminare nella loro esistenza fisica tutti gli Ebrei. Il "gas tossico" già menzionato nel Mein Kampf non era minacciato agli Ebrei nella loro totalità, ma si riferiva inequivocabilmente ai capi marxisti della classe operaia tedesca.
Nella misura " in cui nel corso della guerra l'operaio tedesco e il soldato tedesco ricadevano nelle mani dei capi marxisti, nella stessa misura erano perduti per la patria. Se all'inizio della guerra o durante la guerra si fossero tenuti sotto gas tossico dodicimila o quindicimila di questi corruttori del popolo ebrei, come lo dovettero sopportare sul campo centinaia di migliaia dei nostri migliori lavoratori tedeschi di tutti i ceti e di tutti i mestieri, il sacrificio di milioni [di soldati] al fronte non sarebbe stato vano. Al contrario: se si fossero eliminati a tempo debito dodicimila farabutti, si sarebbe forse salvata la vita a un milione di buoni Tedeschi preziosi per il futuro". Qui gli Ebrei dovevano essere gasati nella loro qualità di funzionari della lotta di classe e della propaganda antibellica, non già, come successivamente sotto Hitler, in base alla loro appartenenza alla razza ebraica" (3).
Il riferimento al "gas tossico"
non è una sorta di "profezia", come lascia intendere
Till Bastian, ma concerne la virulenta guerra chimica che ebbe
luogo nel corso della prima guerra mondiale (4) ed è noto
che Hitler stesso rimase vittima degli aggressivi chimici francesi.
(5)
Till Bastian passa poi ad un altro classico della peggiore storiografia
ufficiale:
"Se in Europa si fosse giunti ad una guerra -- disse il 30 gennaio 1939, sesto anniversario della "presa del potere" -- il suo risultato sarebbe stato "l'annientamento della razza
[163]
ebraica in Europa". Fin dall'inizio, dunque, l'obiettivo centrale dell'intero programma e dell'azione di Hitler fu la guerra in Europa, una guerra che cancellasse i risultati della Prima guerra mondiale e portasse la Germania a una rinnovata grandezza. E la campagna di annientamento "contro" la razza giudaica in Europa costitui fin dal principio un punto fermo dei suoi piani" (p. 10).
Al riguardo uno storico insospettabile come Joseph Billig scrive più obiettivamente:
"Il termine "Vernichtung" (annientamento, distruzione) indicava la volontà assolutamente negativa riguardo alla presenza ebraica nel Reich. In quanto assoluta, questa volontà si annunciava come pronta, se fosse stato necessario, a tutti gli estremi. Il termine in questione non significava che si era già arrivati allo sterminio e neppure l'intenzione deliberata di arrivarvi. Alcuni giorni prima del discorso citato [il discorso del 30 gennaio 1939: C. M], Hitler riceveva il ministro degli Esteri della Cecoslovacchia. Egli rimproverava al suo ospite la mancanza di energia del governo di Praga nei suoi sforzi di intesa con il Reich e gli raccomandava, in particolare, un'azione energica contro gli Ebrei. A questo proposito, egli dichiaròa titolo di esempio: "Presso di noi, vengono sterminati" (bei uns werden vernichtet). Bisogna credere che Hitler, nel corso di una conversazione diplomatica messa per iscritto negli archivi del Ministero degli affari esteri abbia fatto la confidenza di un massacro nel III Reich, il che, per di più, non era esatto a quell'epoca? Due anni dopo, il 30 gennaio 1941, Hitler rievocòla sua "profezia" del 1939. Ma, questa volta, ne precisòil senso come segue:" ... e non voglio dimenticare l'indicazione che ho già data una volta davanti al Reichstag, cioè che se il resto del mondo (andere Welt) sarà precipitato in una guerra, il Giudaismo avrà terminato completamente il suo ruolo in Europa...". Nella sua conversazione con il Ministro cecoslovacco , Hitler evocò l'Inghilterra e gli Stati Uniti, che, secondo lui, potevano offrire delle regioni di insediamento agli Ebrei. Nel gennaio 1941 egli indica che il ruolo degli
[164]
Ebrei in Europa sarà liquidato e aggiunge che questa prospettiva si realizzerà, perché gli altri popoli ne comprenderanno la necessità presso di loro. In quest'epoca si credeva alla creazione di una riserva ebraica. Ma essa per Hitler era ammissibile soltanto fuori d'Europa. Abbiamo appena rilevato che il 30 gennaio 1941 Hitler annunciòsemplicemente la liquidazione del ruolo degli Ebrei in Europa" (6).
Perciò a fortiori neppure il discorso
del 30 gennaio 1939 menzionato da Till Bastian si riferisce ad
uno sterminio fisico.
Tre anni dopo, il 30 gennaio 1942, nel discorso che tenne allo
Sportpalast, Hitler dichiaro:
"Ci rendiamo conto che questa guerra potrebbe terminare soltanto cosÏ, o i popoli germanici saranno sterminati (ausgerottet werden), o l'Ebraismo scomparirà dall'Europa (das Judentum aus Europa verschwindet). Il 1 settembre 1939, al Reichstag tedesco, ho già detto -- ed io mi guardo dalle profezie avventate -- che questa guerra non si concluderà come immaginano gli Ebrei, cioè che i popoli ariani saranno sterminati (ausgerottet werden), ma che il risultato di questa guerra sarà l'annientamento dell'Ebraismo (die Vernichtung des Judentums). [...]. E verrà l'ora in cui il peggiore nemico mondiale di tutti i tempi avrà di nuovo cessato il suo ruolo almeno, forse, per un millennio"(8).
Il 24 febbraio 1942 il Führer ritornò sull'argomento precisando:
"Oggigiorno le idee della nostra rivoluzione nazionalsocialista e di quella fascista hanno conquistato grossi e potenti Stati, e si adempirà la mia profezia che con questa guerra non verrà annientata l'umanità ariana, ma sarà sterminato l'Ebreo (nicht die arische Menschheit vernichtet, sondern der Jude ausgerottet wird)" (9).
[165]
E' dunque chiaro che in questi discorsi l'annientamento dell'Ebraismo
non ha significato fisico più di quanto lo abbia l'annientamento
dell'umanità ariana!
2. Il boicottaggio del 10 aprile 1933.
Nella sua ricostruzione storica Till Bastian non si lascia sfuggire un altro argomento tipico della peggiore storiografia ufficiale:
"Dopo il 30 gennaio 1933, giorno della "presa del potere", furono man mano inaspriti i provvedimenti contro i concittadini ebrei: il 28 marzo 1933 la direzione della NSDAP ordinòper la prima volta un boicottaggio su tutto il territorio nazionale dei negozi ebrei, che fu attuato il giorno di sabato, 1o aprile 1933" (p. 11).
Till Bastian dimentica di dire che questo boicottaggio era una rappresaglia per il boicottaggio di tutte le merci tedesche annunciato il 24 marzo 1933 dal Daily Express, che usci con il titolo in prima pagina "Judea declares war on Germany" e con i sottotitoli "Jews of all the world unite. Boykott of German goods".
3. La tesi funzionalista.
Indi Till Bastian trae la necessaria falsa conseguenza dalle sue false premesse:
´La progressione degli eventi "dal boicottaggio alla epurazione degli ebrei" obbediva chiaramente ad una logica programmatica intenzionale; sicché l'affermazione che la dirigenza nazionalsocialista sia per cosi dire "scivolata" nell'operazione di annientamento degli ebrei, e che lo stesso Hitler sia stato spinto al genocidio nei loro confronti solo dalla sua percezione dell'infelice decorso della guerra, è assolutamente assurda se si tiene conto dei fatti" (p. 14).
Se qui c'è qualcosa di "assurdo",
è proprio l'interpretazione di Till Bastian, che "tiene
conto dei fatti" a tal punto da passare sotto silenzio il
fatto non certo irrilevante della politica di emigrazione ebraica
attuata dal governo del Reich nei primi due anni della guerra.
Al riguardo lo storico Cristopher Browning ha dichiarato:
[166]
´L'ipotesi di una politica nazista che sarebbe la conseguenza logica e deliberata dell'antisemitismo di Hitler non si accorda facilmente con il suo comportamento reale negli anni che hanno preceduto il 1941. Per esempio, egli credeva alla responsabilità degli Ebrei, questi "criminali di novembre", nella sconfitta tedesca del 1918, con un fervore pari a quello con cui credeva a ognuna delle sue altre asserzioni antiebraiche. E' certo che il passo del Mein Kampf spesso citato in cui Hitler si rammarica che dodici o quindicimila Ebrei non siano stati gasati durante la guerra, ha più senso nella leggenda della "pugnalata alle spalle" che come profezia o allusione velata alla soluzione finale. Se si ammette la premeditazione a lungo termine, la conseguenza "logica" della tesi degli Ebrei traditori di guerra avrebbe dovuto essere il massacro "preventivo" degli Ebrei tedeschi prima dell'offensiva in Occidente o almeno prima dell'attacco contro la Russia. In pratica, la politica ebraica dei nazisti consisteva nel creare una Germania "judenrein" (pura da Ebrei) incoraggiando e spesso obbligando gli Ebrei ad emigrare. Per riservare agli Ebrei tedeschi le possibilità di accoglimento, che erano limitate, i nazisti si opposero all'emigrazione degli altri Ebrei dal continente. Questa politica fu mantenuta fino al momento in cui, nell'autunno 1941, i Tedeschi proibirono l'emigrazione degli Ebrei dalla Germania e, per la prima volta, dichiararono che la proibizione di emigrare imposta agli Ebrei di altri paesi mirava ad impedir loro di sfuggire al loro dominio. Gli sforzi degli specialisti nazisti della questione ebraica per promuovere l'emigrazione, sia prima della guerra sia durante essa, e i loro piani di reinsediamento in massa non erano solo tollerati, ma anche incoraggiati da Hitler. E' difficile conciliare questo comportamento coll'ipotesi di una intenzione omicida da lungo tempo covata nei confronti degli Ebrei occidentali. Bisognerebbe allora ammettere che, sapendo che stava per uccidere gli Ebrei, Hitler perseguiva tuttavia una politica di emigrazione che "favoriva" gli Ebrei tedeschi rispetto agli altri Ebrei europei e salvava dalla morte la maggioranza di
[167]
coloro che egli considerava precisamente i responsabili della disfatta del 1918" (11).
4. L'eccezionalità di Auschwitz.
Nel paragrafo Il sistema dei campi di concentramento e di sterminio
nazisti Till Bastian mira a mettere in risalto l'eccezionalità
di Auschwitz per giustificare il suo libro:
´La tabella dovrebbe nello stesso tempo chiarire quale importanza eccezionale ebbe il sistema di Lager di Auschwitz nell'ambito di tutta la rete dei campi di concentramento: quasi un terzo di tutte le vittime dei campi vi trovòla morte: complessivamente oltre 1.200.000 persone. Se calcoliamo che il campo di concentramento di Auschwitz funzionòper 1689 giorni (i primi prigionieri arrivarono il 14 giugno 1940; l'Armata rossa liberò Auschwitz il 27 gennaio 1945), ciò significa una media di 710 vittime al giorno per quattro anni e mezzo. Un massacro di queste dimensioni sembra effettivamente unico in tutta la storia dell'umanità. Poiché in nessun altro luogo, come nel campo di concentramento di Auschwitz, vi fu una capacità di sterminio cosi massiccia, cosi minuziosamente organizzata e attuata con tipica pedanteria tedesca, è lecito considerare proprio quest'ultimo come una "lente d'ingrandimento" attraverso la quale gli orribili crimini del nazionalsocialismo risultano particolarmente evidenti e impressionanti" (pp. 26-27).
A pagina 53 Till Bastian, ritornando sul numero delle vittime, scrive:
"Come si è visto nella tabella a pagina 26, deve essersi trattato di ben più di un milione di persone, di cui perlomeno 900.000 ebrei, 70.000 polacchi di religione cristiana, 21.000 zingari e 13.000 prigionieri di guerra sovietici".
Ma lo studio dello "scienziato"
Jean-Claude Pressac, che Till Bastian ha in grande considerazione
(12) e la cui ultima opera è apparsa in
[168]
tedesco nel 1994, afferma che il totale delle vittime di questo
campo è di 670.000-750.000 persone, di cui 470.000-550.000
Ebrei uccisi immediatamente all'arrivo senza registrazione (13).
Le statistiche di Pressac sono forse false?
Certo è che, se sono fondate, la funzione di "lente
di ingrandimento" spetterebbe a Treblinka, con le sue presunte
974.000 vittime. Del resto, Robert-Jan van Pelt, come ho già
accennato, sostiene la tesi che lo sterminio degli Ebrei, nelle
intenzioni di Himmler, era "un fenomeno transitorio nella
storia del campo" (14), dunque non la sua ragion d'essere
e neppure la sua funzione principale.
5. Auschwitz: cronologia del terrore.
Indi Till Bastian passa ad occuparsi
del campo di Auschwitz, di cui espone una "breve cronologia
del terrore" infarcita di dati errati e di interpretazioni
fallaci o capziose.
Circa l'accoglienza dei primi detenuti inviati ad Auschwitz, il
14 giugno 1940, egli scrive:
´ll capitano delle SS Karl Fritsch li "saluta" con un discorso in cui tra l'altro dice: "Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco, da cui non si esce che per il camino del crematorio!" (p. 35).
Quanto sia vera questa storiella si puòdesumere dal fatto che in tale data, ad Auschwitz, non esisteva né crematorio né camino, come Till Bastian ammette candidamente qualche riga dopo:
"Nello stesso mese cominciano nell'ex bunker delle munizioni, a sinistra della torre d'ingresso, i lavori di costruzione del forno del crematorio: si tratta del modello di forno D57753 della ditta J.A.Topf e figli di Erfurt" (p. 35).
Per la precisione, la sigla D 57253 (non 57753) non indica un "modello" di forno, ma si riferisce al disegno di un "forno crematorio riscaldato con coke e pianta delle fondamenta" elaborato dalla Topf il 10 giugno 1940.
[169]
6. La gasazione di Sonnestein
Sulla "gasazione" di "573 malati, deboli e invalidi" di Auschwitz "nell'impianto di sterminio di Sonnestein bei Pirna" il 18 luglio 1941 (p. 37) esiste una sola testimonianza, di seconda mano, che, per di più, colloca il presunto evento a Königstein, non già a Sonnestein! (15)
7. Rudolf Höss.
Per poter procedere nella sua "ricostruzione storica", Till Bastian è poi costretto ad esporre una cronologia fittizia che brulica inevitabilmente di contraddizioni insuperabili:
"29 luglio (data probabile): Höss conferisce con Himmler a Berlino. Contrariamente al solito, Himmler mi ricevette senza che fosse presente alcun aiutante, e mi disse sostanzialmente quanto segue: Il Führer ha ordinato la soluzione finale della questione ebraica, e noi SS dobbiamo eseguire quest'ordine. I centri di sterminio attualmente esistenti a Oriente non sono assolutamente in condizione di far fronte alle grandiose azioni previste. Ho scelto perciòAuschwitz, sia per la sua ottima posizione dal punto di vista delle comunicazioni, sia perché il territorio ad esso appartenente puòessere facilmente isolato e camuffato (...). Apprenderà ulteriori particolari dallo Sturmbannführer Eichmann, del RSHA, che le invieròtra brevissimo tempo (Höss, memoriale redatto a Cracovia).
Agosto 1941: Karl Adolf Eichmann, capo della "Sezione ebrei" della Direzione centrale per la sicurezza nazionale, incontra Höss ad Auschwitz per discutere i dettagli del programma di annientamento. Entrambi si rendono perfettamente conto che è impossibile procedere a fucilazioni di massa, per il rischio che a lungo andare l'uccisione di donne a bambini avrebbe finito col pesare eccessivamente sui soldati delle SS! E cosi essi preferiscono lo sterminio con il gas asfissiante. [...]. Alla fine di agosto Höss è di nuovo a Berlino per incontrare
[170]
Eichmann e discutere con lui ulteriori dettagli tecnici. Durante la sua assenza il capitano delle SS Karl Fritzsch, comandante dei campi di prigionia, impiega in una località non più identificabile il gas Zyklon B, "usato normalmente nel lager per la disinfestazione dai parassiti e quindi disponibile in magazzino " (Höss), per uccidere un numero imprecisato di prigionieri di guerra sovietici. Sembra cosi trovata una via praticabile per la "soluzione finale" , sicché al ritorno di Höss la direzione del lager decide di ripetere l'esperimento negli scantinati del blocco della prigione (Blocco 11). 3 settembre 1941 (data probabile): circa 250 prigionieri selezionati dal medico del campo dottor Siegfried Schwela(16) nell'infermeria, e 600 prigionieri di guerra sovietici vengono uccisi con Zyklon B nelle celle situate negli scantinati del Blocco 11. "Io stesso ho assistito all'operazione protetto da una maschera antigas. La morte avveniva nelle celle stipate al massimo subito dopo l'immissione del gas. Solo un grido breve e già soffocato, ed era tutto finito". (Höss). Questo ricordo, sottoscritto nella prigione di Cracovia dal comandante del lager, in seguito giustiziato nel piazzale del campo da lui comandato, non corrisponde completamente a verità: giacché la mattina del 4 settembre il caporapporto Gerhard Palitzsch, che ha aperto le porte delle celle protetto dalla maschera antigas, constata che alcuni prigionieri sono ancora in vita; le porte quindi vengono di nuovo chiuse e viene immesso nuovo gas Zyklon B. Nella notte i cadaveri vengono portati nel crematorio e bruciati; l'operazione dura alcuni giorni" (pp. 37-39).
Come abbiamo già visto nel capitolo
II, la realtà della convocazione di Höss a Berlino
non è confermata da nessun documento e nessuna testimonianza:
essa è attestata soltanto dalla parola di Rudolf Höss,
e vedremo subito quanto essa valga.
In due dichiarazioni Höss ha specificato che questa presunta
[171]
convocazione avvenne nel giugno 1941 (17), sicché la data
del 29 luglio è arbitraria.
Nella sua prima dichiarazione, Höss ha descritto cosi la
vicenda:
´Nel giugno 1941 mi fu ordinato di vedere Himmler a Berlino ed egli mi disse, approssimativamente, quanto segue:" Il Führer ha ordinato la soluzione della questione ebraica in Europa. Alcuni cosiddetti campi di sterminio [Vernichtungslager] esistono nel Governatorato generale (Belzek [Belzec], presso Rawa Ruska, Polonia orientale, Tublinka [Treblinka] presso Malina [Malkinia] sul fiume Bug, e Wolzek presso Lublino). [...]. Questi campi non sono molto efficienti e non possono essere allargati" (18).
Una affermazione simile è contenuta anche nella dichiarazione giurata del 5 aprile 1945:
"Nel giugno 1941 ebbi l'ordine di creare ad Auschwitz facilitazioni di sterminio. A quel tempo esistevano già altri tre campi di sterminio nel Governatorato generale: Belzek, Treblinka e Wolzek" (19).
Dunque i "centri di sterminio"
(Vernichtungsstellen) menzionati nelle annotazioni di Cracovia
citate da Till Bastian (20) sono i "campi di sterminio"
(Vernichtungslager) di Belzec, Treblinka e "Wolzek".
Ma poiché, secondo la storiografia ufficiale, i campi di
Belzec e di Treblinka furono aperti rispettivamente il 17 marzo
e il 23 luglio 1942 (mentre il campo di Wolzek non è mai
esistito (22)), come ha potuto Himmler parlare di essi a Höss
nel giugno 1941?
[172]
Secondo il documento PS-3868, subito dopo la convocazione a Berlino,
Höss visitòil campo di Treblinka, "per accertare
come venivano eseguiti gli stermini", ma poiché i
metodi colà adottati "non erano molto efficaci",
per lo sterminio ad Auschwitz egli scelse lo Zyklon B. Poiché
questa scelta fu decisa, secondo Till Bastian, tra la fine di
agosto e l'inizio di settembre del 1941, il viaggio di Höss
a Treblinka sarebbe più di un anno anteriore all'entrata
in funzione di questo campo. E allora come ha fatto Rudolf Höss
a visitare un campo che ancora non esisteva?
Secondo le Annotazioni di Cracovia, invece,
"alla fine di novembre si tenne a Berlino, presso l'ufficio di Eichmann, una conferenza dell'intera Sezione per gli affari ebrei, alla quale venni invitato a partecipare. [...]. Non mi fu comunicato il momento dell'inizio delle azioni, né Eichmann era ancora riuscito a trovare il gas appropriato".
La prima gasazione con Zyklon B ordinata da Fritzsch ebbe luogo soltanto dopo questa conferenza. Le annotazioni continuano cosi:
"Alla successiva visita di Eichmann, gli riferii sull'impiego del Cyklon B, e decidemmo che quello sarebbe stato il gas da adoperare per le imminenti stragi in massa" (23).
Dunque la prima gasazione omicida sarebbe
avvenuta non prima del novembre 1941, non già all'inizio
di settembre.
Le dichiarazioni attribuite a Rudolf Höss si dividono in
due gruppi: quelle rese agli Inglesi e quelle rese ai Polacchi
dopo la sua estradizione in Polonia. Ora è singolare il
fatto che in nessuna delle dichiarazioni del primo gruppo appaia
la menzione della prima gasazione omicida nel seminterrato del
Block 11; egli vi ignora perfino le prime gasazioni di prigionieri
di guerra sovietici nel crematorio dello Stammlager. Ciònon
deve stupire: nelle annotazioni di Cracovia Rudolf Höss ha
scritto:
"Il mio primo interrogatorio si concluse con una confessione, dati gli argomenti più che persuasivi usati contro di me. Non so che cosa contenga la deposizione, sebbene l'abbia firmata. Ma l'alcool e la frusta furono troppo, anche per me" (24).
[173]
Questa deposizione è il documento NO-1210. Poi gli inquirenti
britannici non cercarono più neppure di salvare le apparenze
e redassero la dichiarazione giurata del 5 aprile 1946 (PS-3868)
direttamente in inglese! (25). Ormai perfino Jean-Claude Pressac
ha ammesso davanti a un Tribunale francese che Rudolf Höss
era stato torturato dagli inquirenti britannici, i quali gli avevano
messo nella testa delle assurdità di cui egli si era talmente
persuaso da ripeterle ai suoi carcerieri polacchi (26), i quali
hanno soltanto perfezionato le sue "confessioni".
8. La conferenza di Wannsee.
Till Bastian passa poi a descrivere la progettazione e l'attuazione del presunto sterminio in massa:
"20 gennaio 1942: la cosiddetta conferenza di Wannsee presieduta dal Capo della direzione centrale per la sicurezza del Reich, Reinhard Heydrich, e materialmente preparata da Adolf Eichmann, decide la "soluzione finale della questione ebraica". [...]. Ad Auschwitz il sottotenente delle SS Ulmer, della Direzione centrale per l'edilizia, elabora i progetti per le camere a gas e i crematori che vengono costruiti a Birkenau nel 1942-43" (p.40).
Sulla conferenza di Wannsee rimando a
ciòche ho scritto nel capitolo II. Qui rilevo soltanto
che Till Bastian incappa in una stridente contraddizione: se la
decisione della "soluzione finale della questione ebraica"
era già stata presa da Hitler e poi comunicata da Himmler
a Rudolf Höss il 29 luglio 1941, come poté essere
presa di nuovo alla conferenza di Wannsee?
Per quanto concerne i progetti per le camere a gas presuntamente
elaborati dall'SS-Unterscharführer (sergente, non sottotenente)
Karl Ulmer, ricordo l'affermazione di J.C.Pressac che, nei giorni
e nelle settimane che seguirono la conferenza di Wannsee,
"la Bauleitung di Auschwitz non ricevette né un richiamo, né un telegramma, né una lettera che reclamassero lo studio di una installazione adatta a questo scopo (27).
[174]
Till Bastian tenta dunque di creare un legame del tutto artificioso
tra la conferenza di Wannsee e la progettazione del nuovo crematorio,
che era destinato allo Stammlager e non aveva alcuna funzione
criminale, come asserisce esplicitamente J.C.Pressac. I primi
disegni di questo crematorio furono elaborati da Ulmer, che era
disegnatore (Zeichner), il 15 e il 19 gennaio 1942 (28), prima
della conferenza di Wannsee!
9. I Bunker di Birkenau: il testimone Richard Böck.
La "cronologia del terrore" esposta da Till Bastian raggiunge l'apice nella citazione di una testimonianza oculare di "uno degli ex soldati dei reparti di sorveglianza dei campi di concentramento" relativa alle gasazioni omicide nei Bunker 1 e 2:
"[...]. Giunto alla sommità della scala apr"il coperchio rotondo della lattina e, scuotendola, ne versòil contenuto in una porticina aperta nel muro. Udivo nettamente il rumore della lattina che urtava i bordi dell'apertura mentre egli la svuotava. Contemporaneamente vidi salire una polvere scura dalla porticina. (sah ich, dass ein bräunlicher Staub aus der Maueröffnung hochstieg). Non appena la richiuse si alzòun urlo terribile dal locale. Il modo in cui quella gente urlava è indescrivibile. Un po' di tempo dopo la porta fu aperta dai prigionieri, e potemmo vedere una nebbia bluastra ancora sospesa su un enorme groviglio di cadaveri (man konnte noch einen bläulichen Nebel über einem riesigen Knäuel Leichen schweben sehen). [...]". [p. 41, corsivo mio] (29).
Si tratta di una dichiarazione resa dall'ex
SS-Unterscharführer Richard Böck nell'istruttoria del
processo Auschwitz di Francoforte (30). Questo povero sprovveduto,
poiché l'acido cianidrico in tedesco si dice "Blausäure",
acido blu, ha pensato che esso fosse realmente blu e che i suoi
vapori fossero blu; sulla base della stessa supposizione, altri
[175]
testimoni hanno affermato di aver visto cadaveri blu di uomini
gasati; in realtà l'acido cianidrico è incolore,
al pari dei suoi vapori (31), sicché il nostro testimone
oculare non puòaver visto alcuna "nebbia bluastra"
e la sua testimonianza è evidentemente falsa.
Citando questo testimone, Till Bastian dimostra di essere sprovveduto
quanto lui.
10. La deportazione degli Ebrei ungheresi.
Egli afferma ancora che gli Ebrei ungheresi deportati ad Auschwitz tra il maggio e il luglio 1944 furono "quasi senza eccezione uccisi nelle camere a gas" (p.47), ignorando che il Kalendarium di Auschwitz, sua fonte precipua, afferma che una parte non irrilevante di questi deportati fu alloggiata senza immatricolazione nel cosiddetto Durchgangslager e trasferita successivamente in altri campi (32) e che "a Yad Vashem è conservato uno schedario proveniente dal campo di Stutthof (presso Danzica) con i nomi di 40.000-50.000 Ebree ungheresi che erano state spedite ad Auschwitz nel giugno 1944" (33).
11. Il recupero del grasso umano.
Altri testimoni, in particolare Filip Müller, hanno raccontato la storia insensata del recupero del grasso umano durante la cremazione in massa di cadaveri in fosse scavate nel terreno; Till Bastian ripete imperturbabilmente questa enormità scrivendo:
"Per accelerarne l'incenerimento i prigionieri delle squadre speciali incaricate di questi compiti prelevano il
[176]
grasso che fuoriesce dai cadaveri che bruciano e lo spargono di nuovo sui corpi" (p.47).
Questi altri sprovveduti ignorano che i grassi animali hanno un punto di infiammabilità di 184 C e una temperatura di accensione di 343 C (34); poiché la temperatura di accensione del legno è di 325-350 C, il grasso animale, durante la combustione della legna, brucia immediatamente e non puòessere raccolto in alcun modo.
12. La cremazione all'aperto a Birkenau.
A p.50 Till Bastian pubblica una
"foto scattata di nascosto da prigionieri, che mostra la squadra speciale che procede alla cremazione dei cadaveri nella fossa vicino al crematorio V a Birkenau".
Questa fotografia mostra otto uomini tra una trentina di cadaveri; a pagina 48 Till astian ripete quanto ha letto sul Kalendarium di Auschwitz circa la presunta gasazione degli Zingari il 2 agosto 1944:
"poiché i forni del crematorio (35) in quel momento non funzionano, i cadaveri vengono bruciati all'aperto".
Ma se i forni crematori all'inizio di agosto non funzionavano, dovevano essere cremati all'aperto anche i cadaveri dei detenuti morti per cause "naturali". Allora su quale base si puòaffermare che le poche decine di cadaveri ritratti nella fotografia in questione appartenessero a Ebrei gasati?
13. Il rapporto Leuchter.
Till Bastian dedica parecchie pagine alla confutazione del rapporto Leuchter. Dei suoi argomenti mi occupo nel capitolo V.
14. La perizia chimica del dott. Germar Rudolf.
Essendo tedesco, Till Bastian non poteva esimersi dal menzionare la perizia chimica del dott. Germar Rudolf:
[177]
"Il 25 ottobre 1992 Remer ha messo in circolazione una sorta di versione tedesca del "Rapporto Leuchter", una "perizia" redatta dal chimico Germar Rudolf di Stoccarda" (p.86).
Non sapendo che cosa obiettare alla perizia chimica di Germar Rudolf, poiché le sue fonti non la menzionano, a Till Bastian non resta che tentare di screditarla definendolo "una sorta di versione tedesca" del rapporto Leuchter, cioè poco più di una traduzione. E' molto dubbio che Till Bastian abbia letto questa perizia, ma, se l'ha letta, è certo che vi ha capito poco o nulla.
15. Gerarld Fleming.
Till Bastian chiude il paragrafo dedicato al rapporto Leuchter riproponendo la leggenda di Gerard Fleming, il quale, a Mosca, avrebbe
"scoperto i progetti di costruzione dei crematori e delle camere a gas di Auschwitz, nonché una fitta corrispondenza tra la direzione del campo di concentramento e il comando centrale delle SS a Berlino" (p.88).
In realtà Fleming ha "scoperto" a Mosca ciòche Pressac aveva già scoperto anni prima al museo di Auschwitz, con la differenza che Fleming vi ha capito ben poco, se si deve prestar fede al resoconto di Andrea Scazzola (38). I "progetti di costruzione" delle "camere a gas" non esistono né ad Auschwitz né a Mosca. Quanto alla "fitta corrispondenza" con "il comando centrale delle SS a Berlino", Till Bastian confonde con la fitta corrispondenza tra Zentralbauleitung e la Topf.
16. L'ingegneria dello sterminio.
L'edizione italiana del libro di Till
Bastian contiene una Postfazione di Giorgio Nebbia intitolata
L'ingegneria dello sterminio.
Prima di affrontare il tema tecnico preannunciato dal titolo del
suo articolo, Giorgio Nebbia, da buon discepolo di Deborah Lipstadt,
[178]
prepara il terreno con il solito attacco propagandistico. Il revisionismo
sarebbe nato al solo scopo di negare i crimini del nazismo per
riabilitarlo mediante "falsificazioni della storia"
(p.104); perciòesso è un "revisionismo neonazista"
che, "con le sue spiegazioni pseudoscientifiche'" puòriuscire
ad ingannare i giovani inesperti (p.109), ma fortunatamente non
riesce ad ingannare esperti come Till Bastian e, appunto, Giorgio
Nebbia, che, fiero paladino della verità, al pari di Pierre
Vidal-Naquet, scende coraggiosamente in campo per mettere in evidenza
"le menzogne della propaganda revisionista" e per "ristabilire
una verità storica".
Egli afferma che l'acido cianidrico, nello Zyklon B, era "addizionato
con una sostanza dall'odore pungente" (p.112). In realtà
questa sostanza, il bromoacetato di etile, non è una sostanza
"dall'odore pungente", ma lacrimogena (39).
Menzionando la lettera della Topf del 2 marzo 1943 (cui attribuisce
la data del timbro di registrazione della Zentralbauleitung di
Auschwitz del 5 marzo) pubblicata da J.C.Pressac (40), Giorgio
Nebbia afferma, seguendo Pressac, che la prova del gas residuo
nella presunta camera a gas omicida del "forno crematorio
II" (41) [sic!], cioè del crematorio II, non essendo
stato disponibile "l'apparecchio rivelatore di residui di
acido cianidrico " (ma il sostantivo tedesco Anzeigegeräte
è plurale), "fu effettuato per via chimica" (pp.115-116).
Il nostro "esperto" ignora dunque che l'apparato per
la prova del gas residuo, che si chiamava Gasrestnachweisgerät
für Zyklon, non già Anzeigegerät für Blausäure-Reste,
era un apparato chimico e che la prova del gas residuo poteva
essere eseguita esclusivamente per via chimica.
La conoscenza dei forni crematori del nostro "esperto"
(pp.116-117) deriva da qualche citazione tratta dal libro di W.
L. Shirer Storia del Terzo Reich (42)!
[179]
En passant, a p.117, "un fornello di cm 60 x 75" (42)
è nel documento originale "einen Einäscherungsraum
von nur 600 mm Breite und 450 mm Höhe" (43), "una
camera di cremazione di soli 600 mm di larghezza e 450 di altezza".
Quello di Giorgio Nebbia è dunque un contributo veramente
essenziale al problema dell'ingegneria dello sterminio ad Auschwitz!
NOTE
1) Verlag C.H. Beck, München 1994.
Cito dall'edizione italiana: Auschwitz e la "menzogna
su Auschwitz". Sterminio di massa e falsificazione della
storia. Bollati Boringhieri, Torino 1995.
2) IMG, vol. XIX, p.494.
3) Adolf Hitlers Mein Kampf. Eine kommentierte Auswahl von
Christian Zentner. List Verlag, München 1974, pp.163-164.
4) Vedi al riguardo : Attilio Izzo, Guerra chimica e difesa
antigas. Hoepli, Milano 1935.
5) Werner Maser, Adolf Hitler, Ciarrapico Editore, Roma,
1978; p. 124.
6) Joseph Billig, La solution finale de la question juive.
Edité par Serge et Beate Klarsfeld, Paris 1977, p.51.
7) Letteralmente: "estirpati".
8) Der grossdeutsche Freiheitskampf. Reden Adolf Hitlers vom
16. März 1941 bis 15. März 1942. III. Band. Zentralverlag
der NSDAP., Franz Eher Nachf., Munchen 1942, p.197.
9) Ibidem, p.220.
10) Vedi ciòche ho scritto nel capitolo II.
11) L'Allemagne nazie et le génocide juif, op. cit.,
pp. 194-195. Sulla questione vedi il mio studio: La soluzione
finale. Problemi e polemiche, Edizioni di Ar, 1991.
12) Till Bastian dichiara pomposamente che "tre scienziati"
(Wissenschaftler), Jean-Claude Pressac, Georges Wellers e Werner
Wegner, avrebbero confutato il rapporto Leuchter. Vedi il paragrafo
4 del capitolo seguente.
13) J.-C. Pressac, Die Krematorien von Auschwitz. Die Technik
des Massenmordes. Piper, München Zürich 1994, p.202.
14) Anatomy of the Auschwitz Death Camp, op. cit., pp.
150-151.
15) Della questione mi sono occupato nello studio Auschwitz: la
prima gasazione, Edizioni di Ar, pp.119-121.
16) Secondo il testimone oculare Vacek il medico in questione
era il dottor Jungen (Jung), secondo il testimone oculare Rozanski,
il dottor Entress, che all'epoca non si trovava ancora ad Auschwitz.
17) Dichiarazione del 14 marzo 1946, NO-1210; dichiarazione giurata
del 5 aprile 1946, PS-3868.
18) NO-1210.
19) PS-3868.
20) Kommandant in Auschwitz. Autobiographische Aufzeichnungen
des Rudolf Höss. Herausgegeben von Martin Broszat. Deutscher
Taschenbuch Verlag, München 1981, p.157.
21) Nationalsozialistische Massentötungen durch Giftgas,
op.cit., p.165 e 182.
22) Esso non appare né nel libro di Gudrun Schwarz Die
nationalsozialistischen Lager (Campus Verlag, Frankfurt/New
York 1990), né nello studio di Massimo Martini La deportazione
nazista. Organizzazione e catalogo ufficiale dei Lager (I
quaderni di La resistenza bresciana, n.2, maggio 1980), in cui
l'Autore pubblica un elenco di 1.634 campi tedeschi, né
in quello di G. Ottolenghi (7260 campi). Cfr. p. 255.
23) Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf
Höss.Torino 1985, pp.173-174.
24) Comandante ad Auschwitz, op. cit., pp.158-159.
25) Fotocopia del testo originale in: Carlos Porter, The Holocaust
Made in Russia, Historical Review Press 1988, pp.404-406.
26) Vedi quanto riferisco al riguardo nel mio Intervista sull'Olocausto,
op.cit., p.46.
27) J.-C. Pressac, Le macchine dello sterminio. Auschwitz 1941-1945,
op.cit., p.45.
28) Disegni 936, 1173, 1174, 932, 933. Vedi al riguardo: J.C.Pressac,
Auschwitz: Technique and Operation of the Gas Chambers, op. cit.,
pp.268-283.
29) Testo tedesco in: Auschwitz und die Auschwitz-Lüge, op.
cit., p.38.
30) Az 4 Js 444/59, p.6878 ssgg. Cfr. Rüdiger Kammerer --
Armin Solms (Hg.), Das Rudolf Gutachten, Cromwell Press,
London 1993, p.63.
31) In un questionario ufficiale destinato ai disinfettori civili
si legge: "D.- L'acido cianidrico ha un colore determinato?
R.- No, l'acido cianidrico è incolore sia liquido sia gasoso.
D.- Perché allora si chiama Blausäure [= acido blu]?
R. -- Perché all'inizio fu prodotto dal blu di Prussia".
Otto Lenz und Ludwig Gassner, Schädlingsbekämpfung
mit hochgiftigen Stoffen, op. cit., p.15.
32) Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau,
op. cit., p. 699.
33) J.-C. Pressac, Les crématoires d'Auschwitz. La machinerie
du meurtre de masse. CNRS Editions, Paris 1993, p.147. Nella
traduzione italiana si legge:" ...il numero delle ebree ungheresi
trasferite allo [sic!] Stutthof: da 20 a 30.000 (quando ancora
non si è fatto lo spoglio dello schedario che le riguarda
conservato allo Yad Vashem)" (Le macchine dello sterminio,
op.cit., p.171). L'esistenza di questo schedario è stata
finora tenuta nascosta agli storici per ovvie ragioni.
34) J. H. Perry, Chemical Engineer's Handbook. Wilmington,
Delaware 1949, p.1584.
35) Il testo tedesco (Auschwitz und die "Auschwitz-Lüge,
op. cit., p.46) dice "i forni crematori" (die Krematoriumsöfen),
conformemente al Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager
Auschwitz-Birkenau, op.cit., p.838.
36) Vedi al riguardo: C.Mattogno, Intervista sull' Olocausto,
pp.39-40.
37) Germar Rudolf, Gutachten über die Bildung und Nachweisbarkeit
von Cyanidverbindungen in den "Gaskammern" von Auschwitz.
Rüdiger Kammerer -- Armin sols (Hg), Cromwell Press, 1993.
38) Gas ecco le prove, "L'Espresso", n.32, 1992, pp.72-75,
articolo che analizzo nel paragrafo 5 del capitolo sesto.
39) Vedi il paragrafo che dedico a Till Bastian nel capitolo seguente.
40) Su questa lettera vedi le mie osservazioni in Auschwitz: Fine
di una leggenda, pp.59-60, e in Intervista sull'Olocausto, pp.22
e 41-42.
41) Il forno crematorio (Einäscherungsofen) era l'impianto
vero e proprio di cremazione, il crematorio (Krematorium) era
l'edificio in cui si trovavano i forni.
42) William L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi,
Torino 1971, vol.II, pp.1474-1475.
43) Ibidem, p.1474.
44) URSS-64.
++++++++++++++++++++++++
precedente I seguente
Estratto del libro: Carlo Mattogno, Olocausto: Dilettanti
allo sbaraglio, Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Deborah
Lipstadt, Till Bastian, Florent Brayard et alii contro il revisionismo
storico, Padova, Edizioni di Ar (via Fallopio, 83), 1996,
322 p.
Distribuzione: Libreria Ar, largo Dogana Regia, Salerno. (40 000 Lire)
La compra de questo libro de la Libreria Ar e fortamente consigliata. Vede il website della libreria Ar.
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