Invece di una prefazione
Il revisionismo, lo sanno tutti, è un abominio. Ma esiste; e persiste, anche. Le condanna, morali e penali, i comitati di vigilanza, le stesse leggi della repubblica, non possono farci niente: da poco meno di vent'anni il revisionismo non fa che crescere e diventare più bello. Un recente sondaggio rivela che il trenta per cento dei francesi sono pronti ad accoglierne le idee di base. Tacciono solo per prudenza.
Questa situazione si fa sempre più imbarazzante. Come diceva il venerabile avvocato della Ligue des Droits de l'Homme che, davanti al giudice Pluyette, reclamava la proibizione del primo nurnero delle "Annales d'Histoire révisionniste": "Fino a che si trattava di pubblicazioni confidenziali non dicevamo nulla. Ma ieri ha trovato questa rivista al chiosco dell'aeroporto di Marignane. Allora, ecco, chiediamo la proibizione". Ahimè, questi discorsi arieggianti virtù e saggezza romane venivano tenuti nell'87. Dieci anni fa. Dopo di allora le pubblicazioni revisioniste hanno conosciuto tirature stupefacenti: è il caso del libro di Roger Garaudy, che si è venduto dovunque, per decine di migliaia di esemplari.
E il peggio deve ancora venire. E' esattamente un anno che su Internet esiste un sito revisionista in francese. L'équipe che lo anima, e cui soltanto le leggi repressive impediscono di rivendicare l'onore di salvare, animandola, la libertà effettiva di espressione, sembra essersi data il compito di porre a disposizione del pubblico i principali elementi della controversia e di trattame tanto razíonalmente quanto è possibile farlo. Così, ci sono in Internet un certo numero di testi che quasi si potrebbero dire "classici" e che erano difficili da trovare: poco a poco vengono messi in rete.
Si assiste ad un principio di messa a frutto dell'archivio della Vieille Taupe, gruppo che ha avuto un ruolo importantissimo nello svilupparsi delle polemiche in Francia. Anche i numerosi interventi del professor Faurisson, a datare dal 1978, poco a poco vengono messi a disposizione di un pubblico che non ha vissuto gli inizi di questa controversia. Si riparla di Paul Rassinier, che negli anni Cinquanta e Sessanta fu il principale iniziatore della ricerca revisionistica in Francia e anche all'estero. Già una cinquantina di testi del '51-53 sono venuti fuori dagli archivi, dove giacevano quasi dimenticati. Sono disponibili anche i libri di Serge Thion, che descrivono e analizzano gli inizi di quel periodo. Eric Delcroix è presente con un vigoroso pamphlet che gli è valsa una condanna da parte del tribunale di Parigi. C'è anche la famosa tesi di Nantes sostenuta da Henri Roques nell'85, che provocò tanto scalpore. Altri testi seguiranno tra breve.
1 tentativi di soppressione della libertà intellettuale vi sono fatti oggetto di speciale attenzione. Sono evocati i processi, con relative argomentazioni delle parti, e il ruolo che l'istituzione giudiziaria ha in tutta la questione viene analizzato in profondità. In un anno, così, centinaia di testi sono stati resi disponibili su Internet, creando una cerchia di lettori assidui che hanno dato prova di una serietà degna di nota. Bisogna dire che il revisionismo francese, così come si esprime in rete, non ha legami politici. Esso ignora del tutto gli appelli alla violenza e all'odio lanciati da questi e da quelli. Parte dal principio dell'unità del genere umano. E' di una calma olimpica in una ricerca completamente materialistica e razionale, cioè aperta alla confutazione e alla critica, una ricerca che rivendica il diritto all'errore e alla correzione degli errori. Esso mostra che la lotta contro il revisionismo è, tutt'intera, legata alla lotta per la sopravvivenza , sempre meno probabile, dello Stato di Israele, e non esita a scandagliare le fondamenta di questa entità, che è l'ultimo dinosauro tra i grandi sistemi di oppressione collettiva che furono i fascismi, gli apparati pseudocomunisti, il colonialismo, l'apartheid: tutte cose morte, le une dopo le altre, sotto il peso delle loro contraddizioni e, infine, della loro profonda inumanità.
Non contenti di presentarsi in questo modo in rete, i revisionisti francesi hanno dato la parola a revisionisti che si esprimono in inglese, in tedesco e in italiano. E' noto che in Germania l'elenco dei libri proibiti si allunga giorno dopo giorno. Altrettanto, del resto, accade in Francia. Ed è del tutto naturale che questi libri conoscano una nuova vita e un'udienza più ampia rifugiandosi in Internet. Libri esauriti vengono riproposti nel sito dell'AAARGH: è il caso, tra l'altro, di quello, basilare, di Lenni Brenner sui rapporti tra movimenti sionisti e regimi fascisti (questo libro introvabile è in inglese).
Ancora non paghi di vettovagliare di testi i cervelli curiosi, che non mancano, i revisionisti, ai quali le cose complicate non fanno paura, hanno creato un mezzo per disporre, insieme con il testo che si legge sullo schermo, delle relative note a piè di pagina, e soprattutto hanno creato un insieme di legami interni nei documenti, un insieme che permette di accedere a informazioni e di trovare correlazioni su un sempre maggior numero di argomenti, di persone, di luoghi e di avvenimenti. Questo sito, dunque, assume una dimensione enciclopedica, giacché non cessa di arricchire i dati che si trovano nei testi. Senza esserselo espressamente proposti, i revisionisti si sono attestati all'avanguardia nell'utilizzazione pedagogica che si può fare delle risorse di Internet. Basta visitare altri siti per rendersi conto dell'incredibile comodità rappresentata da un sapere cosciente e organizzato offerto ad un lettore la cui libertà rimane completa. Molti di questi altri siti, che si vogliono avversari del nostro, potrebbero prenderlo a modello.
A dispetto di molti tentativi e delle fervide speranze nutrite da molti "responsabili", ancora non si è trovato modo di censurare Internet. Forse un giorno queste potenti pulsioni oscurantiste avranno di che esser paghe; per il momento, niente da fare. In un anno di esistenza il sito ha ricevuto in media 400 visitatori al giorno, il che significa 145.000 in un anno. Evidentemente, è solo un inizio. Le cadenze di accesso ad Internet aumentano molto rapidamente. L'anno prossimo sarà possibile ricevere Internet direttamente su un televisore a ciò predisposto. Faurisson sarà accessibile e leggibile senza computer, lui che, ancora poco tempo fa, diffondeva i suoi testi in 20-30 esemplari.
Pensateci. La stampa può e senza dubbio deve ignorare questo fenomeno. Ma è a proprie spese che lo ignora. Forse sarebbe ora che se ne rendesse conto. Forse sarebbe ora di gLocare le proprie carte. Di aprire i dossier. Perché i revisionisti hanno dei dossier molto accurati. E d'altronde, per colmo d'ironia. si preparano a pubblicare i dossier dei loro avversari. Il confronto rischia di riuscire molto doloroso per certi agitati della penna. Si vedrà quali sono i re che sono nudi.
I revisionisti non hanno una verità bell'e fatta da vendere. Sanno che per parlare di avvenimenti atroci bisogna prendere molte precauzioni. Si inchinano dinanzi alle povere vittime della guerra mondiale, come, del resto, dinanzi a quelle degli orrori che l'hanno seguita. Ma non riconoscono ai sopravvissuti o a coloro che quelle prove non le hanno vissute il diritto di trasformare la realtà. Vogliono i fatti, e solo i fatti. E' per questa ragione che riscuotono tante simpatie, in tutti gli ambienti politici, simpatie che non si possono esprimere liberamente per via del timore legittimo, bisogna dirlo che è connesso alla trattazione di questi argomenti. Ci sono organizzazioni che in totale impunità danno la caccia ad eventuali dissidenti. La gente ha paura per sé, per la propria attività, per il pane dei propri figli; e allora si chiude a riccio. Coloro che ottengono questo eccellente risultato, questo apparente conformismo, questo assordante silenzio del gregge, se ne dovrebbero preoccupare. A tutt'oggi i revisionisti sono i soli a proporre un'uscita onorevole, una discussione razionale. Temono, anche loro, le violenze latenti determinate da questa rimozione.
Andate a vedere questo sito. Lo potete trovare al seguente indirizzo: <<http://aaargh-international.org>. Nessuno vi chiede di essere d'accordo. Ma è probabile che molti di voi condannino il revisionismo senza aver mai letto un solo rigo di un testo revisionista. Se volete condannare, sappiate almeno perché. Non morite idioti. Fatelo adesso per non dovere, tra dieci o vent'anni, morsicarvi le dita per non aver cercato il dialogo con persone ragionevoli. Ve ne sono altre che ragionevoli lo sono molto meno di noi, lo sappiamo benissimo sia noi sia voi. E se avete osservazioni critiche, anche violente, da formulare, scrivete a <[email protected]> Agli insulti non rispondiamo: a quelli, no. Ma c'è da dire anche questo: che sono rari.
Buona consultazione. E non
dimenticate che ci sono decine, forse centinaia, di siti antirevisionisti.
Andate a vedere anche quelli. Meritano la scappata.
Il segretariato internazionale dell'AAARGH (Association
des Anciens Amateurs de Récits de Guerres et d'Holocaustes)
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Testo originalment in francese: messagio di Le Temps irreparable
(14 sett. 1997).
Traduzione in italiano par Marco serra nelle libro Il Caso
Faurisson e il revisionismo olocaustico, Graphos, 1997, pp.
7-10.